Continua il percorso di approfondimento che l’Osservatorio Riparte l’Italia ha voluto dedicare al tema della Ripartenza della Scuola in questo nuovo anno 2021. E’ oggi ospite della nostra rubrica Sandra Savaglio, astronoma e astrofisica di calibro internazionale e neo-nominata Assessore all’Istruzione, Università, Ricerca scientifica e Innovazione della Regione Calabria.
D. Nell’inizio di Ripartenza che il nostro Paese ha vissuto al termine della prima ondata dei contagi, il mondo della scuola ha rivestito un ruolo di primaria importanza. Quale pensa potrà essere il ruolo che rivestirà quando, al termine della seconda ondata, si riavvierà l’intero sistema Paese, quindi con una ripartenza più strutturata e che tutti ci auguriamo essere più duratura nel tempo?
Sembra davvero che la cosa più importante sia stata, a parte contenere la diffusione del virus, colmare il cosiddetto digital divide. Il COVID ci ha trovati impreparati da questo punto di vista e gli strumenti che le tecnologie moderne ci offrono non sono stati alla portata di tutti gli studenti, e spesso neanche di tutti gli insegnanti. Si spera però che l’impegno di questi mesi per colmare queste forti lacune tecnologiche stia dando i risultati attesi. La strada è ancora lunga, ma il percorso è molto chiaro.
D. In questi mesi si è molto dibattuto di alcuni temi strettamente legati al mondo della Scuola, come la Didattica a distanza, i Trasporti locali, il Digital Divide e lo stato delle infrastrutture scolastiche. Nel suo territorio, avete individuato iniziative o soluzioni utili a circoscrive al meglio queste problematiche per poterle superare in maniera efficace?
Nel mio ruolo di (neo-nominata) assessore Regione Calabria all’Istruzione, ci siamo preoccupati della scuola sin dall’inizio della pandemia. E’ stato immediatamente chiaro che le conseguenze sui giovani sarebbero state pesanti. Si sapeva che la situazioni di difficoltà di ognuno, con l’isolamento, rinchiusi in casa, lontani dai loro pari, si sarebbe amplificata. Studenti che soffrono di condizioni di ogni tipo e anche di disabilità di vario livello. Per cui la grande preoccupazione era l’aumento dell’abbandono scolastico. Cosa che sfortunatamente sembra sia effettivamente avvenuta, in Italia e in tutti i paesi del mondo.
Quindi, abbiamo passato molto tempo ad affrontare i problemi e cercare di risolverli, coinvolgendo più parti possibili, perché solo insieme possiamo superare gli ostacoli. Qualche progresso c’è stato, ma ancora tanto c’è da fare. Io penso, e sono convinta, che l’ultima a dover chiudere causa COVID era la scuola e l’università. Sfortunatamente però è più facile a dire che a fare.
D. L’aspetto sociale e relazionale della presenza scolastica è stata da tutti riconosciuta come elemento fondante del processo di crescita degli alunni. Fermo restando il rispetto dei decreti emanati a tutela della salute di tutti i cittadini, avete individuato nel vostro territorio delle soluzioni sostenibili per garantire comunque le lezioni in presenza al maggior numero possibile dei vostri alunni?
Abbiamo chiaro che l’ambiente scolastico è quello dove le regole anti-COVID sono meglio rispettate, dopo, ovviamente l’ambiente ospedaliero. Ma a scuola bisogna arrivarci e quindi uno dei punti critici sono i trasporti. I contagi in Calabria nella prima fase sono stati molto limitati. Nella seconda fase, la Regione ha messo in atto un piano per l’incrementi del trasporto pubblico locale del 30%. Inoltre, esiste una soluzione innovativa proposta da una start-up calabrese che consiste nel tracciamento degli utenti dei trasporti di studenti universitari e delle scuole. Tramite la lettura di un QR code con il telefonino, quando si entra nel mezzo pubblico, è possibile rintracciare i contatti con i soggetti positivi. Una specie di App Immuni, ma che controlla il traffico nei mezzi.
Questa App, che si chiama “Smart Campus”, ed è stata già utilizzata all’Università della Calabria per monitorare gli studenti e contenere la diffusione del virus, quando l’ateneo era aperto per le attività didattiche nei mesi dopo l’estate scorsa. Grazie a questo, è stato possibile contenere al minimo i contagi. Sfortunatamente però non siamo ancora stati capaci di applicare la stessa App per il tracciamento nei trasporti. Questa sarebbe la soluzione migliore per tutta la popolazione studentesca e oltre.
D. Un altro tema particolarmente dibattuto in questo periodo è stato quello legato al corpo docente che da un lato riveste un ruolo fondamentale nella diffusione delle competenze, ma dall’altro ha presentato delle difficoltà negli ultimi mesi, sia per quanto riguarda il reperimento di un numero sufficiente di docenti che per la formazione necessaria per portare a compimento le sfide che l’epidemia ha imposto al mondo della scuola. Avete pianificato interventi in tal senso, e, in caso positivo, con quali modalità?
Ci siamo impegnati in questi mesi per diffondere, tra i docenti, i principi più importanti che il COVID ci ha insegnato: il rispetto per l’ambiente e la diffusione delle regole contro l’inquinamento antropico, quello procurato dalle persone. In questo senso abbiamo organizzato degli eventi interessanti e ora stiamo per realizzare un bando che offrirà a tutte le scuole superiori calabresi dei fondi per realizzare dei laboratori dedicati a misure di inquinamento di vario tipo: dell’aria, dell’acqua pubblica, dei fiumi e così via.
D. Secondo la Banca Mondiale, quasi 7 milioni di studenti dall’istruzione primaria a quella secondaria potrebbero abbandonare gli studi a causa dello shock economico sociale prodotto dalla pandemia. State provando ad arginare questo fenomeno nel vostro territorio? In quale modo?
Ovviamente la cosa è molto preoccupante. Noi, come assessorato, possiamo occuparci di quello che possiamo. Ad esempio, stiamo organizzando degli incontri tra i nostri uffici, l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) e gli esperti e le associazioni che si occupano di studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). E’ stato incredibile scoprire che le “Linee Guida” della Regione su questo tema sono ferme al 2013. Inoltre, abbiamo capito che la Regione Calabria è molto indietro sul censimento di studenti con DSA (1,3% diagnosticati, contro il 7,7% in Emilia Romagna). Per cui, ancora una volta, stiamo lavorando per colmare questa distanza abissale con le altre regioni.
D. Nel 2021 arriveranno le risorse economiche stanziate dall’Unione Europea per far fronte all’emergenza mondiale. Come possono essere concretamente utilizzate queste risorse per mettere le basi per una vera ripartenza del mondo della scuola? Quali le priorità?
Sinteticamente direi che le cose urgenti siano queste:
- Colmare il digital divide;
- Maggiore attenzione per tutti i ragazzi e le ragazze che si trovano in situazioni difficili, che siano le disabilità, o disturbi speciali di apprendimento, oppure bisogni educativi speciali (famiglie difficili eccetera)
- Recuperare le scuole ai margini, sia che siano le scuole delle periferie delle città che quelle scuole che si trovano in paesi isolati e che da anni, piano piano, si stanno spopolando a causa delle migrazioni. Queste scuole non devono essere più dimenticate perché sono una risorsa importante per le persone e per il Paese
- Il trasporto pubblico, e che sia di qualità: ecologici e predisposti per il trasporto dei disabili fisici
- Maggiore attenzione dei programmi scolastici verso la sostenibilità e l’ambiente.
D. Un altro tema particolarmente significativo per la ripartenza del nostro Paese è il rapporto che esiste tra il mondo della scuola e quello del lavoro. Avete realizzato iniziative per integrare maggiormente questi due mondi e facilitare una veloce transizione per i ragazzi?
Su questo, abbiamo deciso sin dall’inizio di migliorare ed allargare le opportunità offerte dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori). Gli ITS rappresentano una valida alternativa al percorso universitario tradizionale. E’ stato dimostrato che i giovani formati all’ITS trovano lavoro con un’alta percentuale di successo, dell’ordine dell’80%. Questi i valori medi nazionali. In Calabria, tuttavia, la percentuale di successo è di molto inferiore. Siamo fiduciosi che, con le nostre azioni (dirette a correggere gli errori del passato) si riuscirà ad offrire uno strumento migliore di realizzazione per i giovani che cercano lavoro. Io credo molto nell’importanza degli ITS come una via per ridurre la disoccupazione giovanile.
D. Una delle conseguenze più gravi della pandemia potrebbe essere quella di esacerbare ulteriormente l’esclusione e la disuguaglianza di alcuni gruppi sociali, già emarginati e vulnerabili, come le minoranze etniche e le persone con disabilità, che sono stati maggiormente colpiti dalla chiusura delle scuole. Avete in cantiere delle proposte concrete per evitare che questo accada?
Le disabilità sono sempre state al centro dei nostri pensieri. Abbiamo avuto diversi incontri su questo e continueremo ad averne finché saremo in carica, per cercare di fare il possibile per arginare il danno procurato dal COVID nei confronti delle persone che soffrono di gravi difficoltà fisiche e psichiche. Sfortunatamente le cose che mancano sono tantissime, ma certo questo non deve farci perdere la voglia di cambiare tutto quello che possiamo per rendere la vita un pochino più semplice per queste persone. La loro sofferenza è anche la nostra.
D. Infine, il nostro Osservatorio ha elaborato, nel Paper presentato prima del periodo Natalizio, cinque proposte concrete per far ripartire il mondo della scuola (consultabili qui). Potrebbe commentarle e, nel caso, integrarle? Le ritiene attuabili nel suo territorio?
Sono pienamente d’accordo su tutti i punti così egregiamente descritti. Sono cose che in parte ho messo in evidenza anche io nelle mie risposte, prima di leggere questa ultima parte. Vuol dire che ci sono dei valori universali ampiamente riconosciuti, dei nodi cruciali che con la pandemia sono finalmente arrivati al pettine. E’ venuto il momento giusto per sciogliere i nodi e agire: ora o mai più. Oppure, se non è ora, tutto richiederà molto più tempo. E’ il caso di fare il massimo sforzo per cambiare tutto quello che si può che non funziona oppure che non è aggiornato. Bisogna farlo prima di tornare alla normalità e dimenticarsi tutto quello che il COVID ha scoperchiato. I “dimenticati” non possono più essere messi da parte perché sono la fonte da cui ripartire per diventare una società migliore.