Ryanair torna ad alzare la posta in gioco con il governo sul caro-voli, in vista di quella che si annuncia come una nuova stangata di Natale per i viaggiatori.
E così lancia il “ricatto” all’esecutivo: biglietti meno cari solo a fronte di una forte riduzione di tasse, balzelli e limiti di legge (in particolare per l’aeroporto di Ciampino).
Ieri, scrive il Messaggero, al nuovo appuntamento del tavolo-voli al ministero delle Imprese, il padrone di casa Adolfo Urso ha invitato tutte le compagnie ad essere ragionevoli e non addurre scuse, aumentando al più presto voli e rotte anche per le isole e riducendo i prezzi.
Questo a fronte di incentivi e sussidi record dati dagli aeroporti italiani (soprattutto medio-piccoli) alle compagnie aeree.
Ben 340 milioni nel 2022, più del doppio del 2021 per l’Autorità di regolazione dei trasporti.
Ryanair ha posto varie condizioni per avere più rotte e maggiori investimenti, con biglietti meno cari da e verso le isole: meno tasse (con lo stop all’addizionale comunale sui diritti d’imbarco), riduzione anche del 50% delle tariffe imposte dall’Enav per la gestione del traffico aereo e stop al tetto sulle ore di volo massime per ogni compagnia, soprattutto nello scalo di Ciampino, vicino Roma (dove è di tre voli all’ora).
E ancora: eliminare la soglia minima dei 50 euro di biglietto per far partire gli sconti fino al 50% della Regione Sicilia sui collegamenti con Roma e Milano per i residenti siciliani più vulnerabili.
Da qui la promessa: se c’è l’ok alle condizioni poste prezzi più bassi e retromarcia sui tagli annunciati alle rotte per le isole nel 2024.
Cioè l’incremento di 5 milioni di posti su quei voli, raddoppiando gli aerei da 12 a 24.
Le condizioni per ora sono ritenute irricevibili da Urso, ma la linea è quella della moral suasion.
Della serie: mostrate buona volontà su prezzi e tratte e poi ne parliamo.