Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Qualcosa si muove sull’immigrazione (non la sinistra) | L’analisi di Alessandro Sallusti

C’è una luce in fondo al tunnel del caos immigrazione, commenta su Il Giornale Alessandro Sallusti. L’ha accesa ieri l’Unione Europea, annunciando l’imminente presentazione di un nuovo regolamento comune per tutti i 27 Paesi membri, i cui governi e le cui magistrature si sono finora mossi in ordine sparso, creando incertezza e grande disordine.

Si tratta di un piano in 52 punti che stabilisce quando e come un immigrato clandestino può essere espulso e rimpatriato, oltre a definire l’organizzazione dei centri di accoglienza temporanea. A una prima lettura, tutte le istanze italiane, compreso il via libera al contestato modello Albania, sarebbero state accolte.

Se aggiungiamo che in queste ore la stessa Europa sta discutendo seriamente su come finanziare la sua difesa, dopo anni passati a fare spallucce, e che affiorano i primi dubbi sul piano di transizione ecologica a tappe forzate – come l’obbligo di sole auto elettriche entro il 2035 – allora si potrebbe pensare che l’arrivo della perturbazione Trump abbia avuto un effetto concreto sul nostro continente. Non tutti i mali vengono per nuocere.

Lassismo nei confronti dell’immigrazione, disimpegno militare e utopia green sono tre dei nervi scoperti dell’Europa, che il presidente americano ha individuato con cinismo e spregiudicatezza, impostando su questi temi la sua battaglia per “rifare l’America grande”.

Non è chiaro se gli Stati Uniti torneranno grandi – i mercati finanziari paiono scettici – ma ciò che conta per noi è che l’Europa ritrovi slancio e crescita. Un obiettivo impossibile se si continua a dare priorità ai tappi delle bottiglie invece che ai satelliti, ai cavilli burocratici invece che alla difesa delle frontiere esterne.

Come sempre, in momenti cruciali come questo, la sinistra scende in piazza. Massimo rispetto, ma ancora una volta dimostra di non essere all’altezza della Champions League. Ripete riti triti e ritriti che non portano da nessuna parte.

Ma che c’entra la piazza? In questo momento l’Italia non ha bisogno di slogan, ma di unire le sue forze per contare sui tavoli che contano. Qui si sta decidendo il futuro delle prossime generazioni, di destra e di sinistra.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.