Sono andato qualche sera fa alla Festa del Cinema di Roma, uno degli eventi culturali principali della città, e osservando l’identità degli sponsor (Poste Italiane, Acea e BNL/Paribas) ho avuto un segnale del declino italiano, semmai ce ne fosse stato bisogno.
Nell’era del digitale, dell’innovazione, dei grandi colossi che hanno cambiato radicalmente il mondo in cui viviamo, le imprese italiane che hanno deciso, molto meritoriamente, di finanziare la Festa sono: due imprese ancora a controllo pubblico e regolamentate perché monopoli naturali e una banca di tipo tradizionale.
Tutte e tre presenti in una forma o in un’altra nel panorama economico italiano da oltre ottanta anni, se non di più.
La mancanza di innovazione dovrebbe essere la prima preoccupazione della politica pubblica italiana.
Passano gli anni e gli assetti regolatori, soprattutto nei servizi, continuano a essere rivolti a conservare il passato piuttosto che a programmare il futuro, e anche la domanda pubblica è incapace di creare innovazione, anche quando sarebbe possibile.
Chi si ricorda dell’applicazione Immuni, che doveva aiutarci a combattere il contagio da Covid, così come avvenuto con grande successo in Cina, e che invece da noi non ha mai funzionato (almeno nella mia esperienza da utente)?
Cosa non è andato rispetto a quello che era stato previsto?
Nessuno se lo chiede.
Così come nessuno si chiede perché ogni PEC o quasi viene sostanzialmente ignorata dall’Amministrazione che la riceve.
Una volta le code allo sportello erano un segnale dell’inefficienza della macchina amministrativa, adesso non ci sono più le code (prendiamo l’appuntamento sul web, ma quanto spesso non ci riusciamo?), ma non siamo affatto sicuri che le esigenze dei cittadini e delle imprese siano effettivamente soddisfatte.
La prima preoccupazione del Governo e del Parlamento, così da programmare il da farsi, dovrebbe essere l’avvio di una riflessione su cosa non ha funzionato in tema di regolazione e di assetti amministrativi.
Manca una visione strategica e unitaria, per cui tutti gli interventi, forse con l’eccezione delle spese per la difesa, sono stabiliti in maniera parcellizzata e in assenza di una progettualità complessiva.
Ogni Amministrazione crea la sua App, ma poca attenzione è dedicata a uniformare banche dati e a realizzare un unico portale attorno allo SPID dove cittadini e imprese possano trovare le informazioni che li riguardano: sulla salute, sui rapporti col fisco, sulle proprietà immobiliari.
Quando sarà disponibile il catasto nazionale interamente digitalizzato?
Si tratta di riforme innovative che potrebbero creare nuove imprese, dare spazio alle nuove tecnologie e soprattutto restituire fiducia nell’Amministrazione.
Compito della politica pubblica è sollevarci dal declino in cui versiamo da oltre trent’anni.
Un passo fondamentale è un sostanziale ammodernamento della macchina amministrativa a beneficio di cittadini e imprese.








