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Pronte al via 75 infrastrutture idriche per 946 milioni | Lo scenario

Partirà operativamente entro l’estate la nuova programmazione a medio-lungo termine delle infrastrutture idriche prevista dal Pnrr con la riforma in capo al ministero guidato da Matteo Salvini per semplificare le norme e rafforzare la governance del settore.

Lo schema di Dpcm con il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pniissi), che riunisce in un unico strumento le sezioni “invasi” e “acquedotti” del precedente programma, approderà alla Conferenza Unificata del 25 luglio: prevede 418 interventi (66 invasi, 93 derivazioni, 137 adduzioni e 122 acquedotti) per 12 miliardi, frutto della selezione – concordata dal ministero delle Infrastrutture con altri quattro dicasteri (Cultura, Ambiente, Agricoltura, Economia), sentita l’Arera – delle 562 proposte arrivate in seguito all’avviso pubblicato il 21 giugno 2023.

“Siamo di fronte a un risultato significativo”, sottolinea Salvini al Sole 24 Ore.

“Il Piano nazionale che abbiamo presentato di recente nella cabina di regia che presiedo è un motivo di orgoglio.

Tiene conto della necessità per questo Paese di lavorare con metodo e secondo criteri di concretezza, ragionando ad ampio raggio su risorse e necessità dei territori”.

A valle del disco verde di Regioni ed enti locali e della firma del presidente del Consiglio, presumibilmente a inizio agosto, Salvini è pronto a siglare a sua volta il primo stralcio attuativo del Piano, messo a punto anch’esso sotto la regia di Elisabetta Pellegrini, che coordina la Struttura tecnica di missione: 75 progetti che valgono 946,65 milioni (62 saranno finanziati con 907,35 milioni per l’esecuzione, 13 opere complementari con 39,3 milioni per la sola progettazione).

La dote finanziaria più consistente – 113,7 milioni – è destinata in Basilicata alla diga dell’Abbate Alonia, nota come diga del Rendina, costruita negli anni Cinquanta e poi abbandonata.

Un ripristino invocato da anni.

Alla Sicilia, la regione oggi più in sofferenza per la siccità, andranno circa 92 milioni, 26 milioni dei quali per migliorare i sistemi di tenuta e drenaggio, nonché la gestione, della diga di Rosamarina a Caccamo (Palermo).

Altri 25 milioni serviranno per la ristrutturazione della rete irrigua Dittaino-Ogliastro nel catanese.

In Sardegna atterreranno 55,4 milioni di cui 34 milioni per la manutenzione del Canale adduttore Destra Tirso e 9,5 milioni per la manutenzione straordinaria della diga Olai (Nuoro).

Due gli interventi programmati in Campania per 48,5 milioni: 35 milioni per gli schemi di riduzione perdite del sistema di adduzione dei Monti Lattari.

Al Nord 77,5 milioni sono per la Lombardia, con sei progetti finanziati, tra cui il canale irriguo di Calusco d’Adda (28 milioni).

In Piemonte 40 milioni sui 62,9 complessivi sono destinati a ulteriori stralci per i lavori in corso da tempo sul Canale Regina Elena (Novara), fondamentale dal punto di vista irriguo, e serviranno anche a mettere in sicurezza sponde e strade.

Per il Veneto, destinatario di 69,5 milioni del piano stralcio Mit, 20 milioni puntano a razionalizzare l’uso delle risorse idriche e a contrastare il cuneo salino nel bacino Bian (Lotto Mazzotto).

All’Emilia-Romagna vanno 50,8 milioni per finanziare cinque progetti: 20 milioni sono per la riqualificazione dell’asta in sinistra Reno del Canale emiliano romagnolo, il più lungo corso d’acqua artificiale in Italia.

Altri 20 milioni finanziano la connessione Nord-Sud tra l’acquedotto Destra Tagliamento e la dorsale Ovest-Est in Friuli Venezia Giulia dove giungeranno in tutto 40,3 milioni.

In Liguria sono stati selezionati tre interventi per 39,3 milioni: 24 milioni sono per l’ottimizzazione dell’adduzione tra Golfo del Tigullio e Val Fontanabuona.

In Umbria 13,5 milioni finanzieranno il relining dell’acquedotto per migliorare la distribuzione dell’acqua nella zona Nord Perugia oltre ad altri piccoli lotti.

“Siamo un Paese bellissimo ma fragile, con il rischio idrogeologico sempre dietro l’angolo”, chiarisce Salvini.

“Per questo è importante lavorare, in accordo coi territori, con progetti a lungo termine che diano soluzioni adeguate.

E per l’idrico non parliamo solo di dighe e grandi opere.

Vorrei ricordare anche le centinaia di interventi effettuati per ottimizzare l’uso e la disponibilità dell’acqua, agendo sulle reti idriche per ridurre dispersioni e perdite”.

Nel Piano nazionale confluiscono anche alcuni degli invasi presenti nella proposta Anbi-Coldiretti.

Mentre sulle misure urgenti anti-siccità per contrastare le emergenze di oggi, da non confondere con le opere, è al lavoro il commissario Nicola Dell’Acqua.

Il puzzle è complesso, almeno quanto i tentativi di riportare ordine ed efficienza nel governo dell’acqua.

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