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Pierluigi Castagnetti: «Non sono gli uomini a disporre delle istituzioni, ma l’esatto contrario. E’ questa la lezione di Mattarella»

“Sono testimone di quanto fosse profonda e sincera la sua decisione originaria. Voleva vivere una fase più familiare e serena. Mattarella non mentiva”.

Lo spiega Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario del Partito Popolare Italiano e da sempre amico personale del Capo dello Stato.

Lo fa in una lunga intervista al quotidiano Il Foglio.

“E l’hanno cominciata a chiamare ambizione. Alcuni addirittura strategia. Come se un uomo di 80 anni, un uomo come lui, avesse qualcosa da chiedere o da attendersi, ancora, dalla rielezione. Hanno provato a imbrattarlo con la malizia”.

E Pierluigi Castagnetti che, come i veri amici, ogni volta che ne parla, sente di perdere una tessera dell’altro, di rivelare qualcosa di troppo caro per essere condiviso, dice che “spesso si sottovaluta il sacrificio degli affetti”.

“E perché nessuno parla di quanto gli sia costato sul piano personale?”. Castagnetti definisce il discorso bis come “programmatico, di straordinaria tensione morale quasi kennediano con echi di Maritain. Contiene un’immagine di futuro. Parole ferme sulla giustizia. C’è tutto Mattarella nella frase, di David Sassoli, auguri alla speranza”.

Cosa ha temuto Mattarella tanto da smentire Mattarella, chiede il Foglio a Castagnetti.

“Ha avuto paura per la tenuta della Repubblica. Ha compreso che, se non avesse accettato, il sistema politico rischiava di crollare. Vale purtroppo, e ancora, quello che diceva Aldo Moro. L’Italia resta il paese dalle passioni forti ma dalle istituzioni fragili”. E quindi dopo Mattarella ancora Mattarella? “Non si improvvisa un presidente. I partiti hanno pensato di trovarlo en plein air. E’ la prima volta che lo si cerca con il metodo dello scouting. E’ stata la prima elezione lotteria. Si è sottovalutata l’importanza di questo passaggio. La politica ha commesso errori clamorosi ma è anche quella che, ieri, con i suoi applausi a Mattarella, dimostrava consapevolezza dei propri ritardi e delle inadempienze”.

“Non c’era solo lui. Altre personalità avrebbero potuto ricoprire quel ruolo, ma solo sul suo nome c’era una disponibilità condivisa da parte di un Parlamento che è nei fatti un Parlamento composto da minoranze”. E’ vero che nessun leader ha avuto il coraggio di chiamarlo e proporgli il bis? “Gli è stato chiesto di accettare dai capigruppo, dai delegati regionali, dal presidente del Consiglio oltre a importanti personalità della vita repubblicana che è facile immaginare”.

“Dopo questa elezione ogni partito è chiamato a ridefinirsi. C’è un vuoto tra i vertici delle istituzioni e il paese. In mezzo ci stanno i partiti, anzi, quella che Pietro Scoppola aveva chiamato la “repubblica dei partiti”. Oggi i partiti non sono capaci di riempire quel vuoto, quello spazio di mezzo. Non credo che sia modificando la legge elettorale che i partiti recuperano quel rapporto”.

Nel suo discorso di insediamento ha lasciato intendere che il suo mandato è quello pieno.

“Pieno, di sette anni. Non esiste il mandato intervallo. Quello che forse non si è abbastanza detto di Mattarella è che per lui non sono gli uomini a disporre delle istituzioni ma le istituzioni che dispongono degli uomini”.

C’è solo una domanda birichina. Se Mattarella avesse voluto vedere al suo posto Mario Draghi. E Castagnetti che ha già spiegato, alla Mattarella, che gli uomini non dispongono delle cariche, risponde, alla Castagnetti: “Draghi è stato scelto da Mattarella”.

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