Paolo Lambruschi su Avvenire interviene nel dibattito su immigrazione e terrorismo e invita ad adottare forme di ‘integrazione preventiva’: “Equiparare i migranti in transito o in arrivo in Italia ai terroristi – scrive – è un errore anche se in Occidente c’è chi si sente sotto attacco e le strette securitarie che limitano la libertà di movimento – ci auguriamo temporanee – sembrano la tassa da pagare alla sicurezza.
L’ansia, fattore dominante di questa epoca di cambiamenti strutturali, amplificata da media e social, non deve impedirci di guardare ai fatti – argomenti testardi – e ragionare sui numeri.
In 15 anni di sbarchi pressoché ininterrotti sulle coste italiane, solo due persone su centinaia di migliaia sono risultati jihadisti.
Alla luce dei fatti anche gli annunci di sospensione temporanea degli accordi di Schengen alla frontiera – quella orientale, per giunta, dove al momento non si riscontrano numeri elevati di tunisini – da una parte rassicurano con l’attività preventiva, dall’altra rischiano di alzare il solito muro di diffidenza e sospetto nei confronti dei migranti di fede islamica.
Se per esempio iniziassimo a respingere indiscriminatamente alla frontiera chi ha diritto di chiedere asilo in Italia e in Europa in violazione delle norme internazionali – sottolinea Lambruschi – non avremmo dato prova di forza, ma l’avremmo data vinta al disegno di divisione dei terroristi.
Semmai le emergenze da contrastare in Italia sono l’accoglienza dei profughi e la povertà dei lavoratori regolari e delle loro famiglie, nemiche dell’integrazione e brodo di coltura di potenziali radicalizzazioni delle seconde generazioni.
Investire sulla scuola evitando classi ghetto e le disparità educative tra quartieri della stessa città ben denunciate a Save the Children vale come e più dei controlli di sicurezza.
Favorire l’accoglienza diffusa e l’integrazione di richiedenti asilo e rifugiati è lungimirante.
E avviare la riforma della cittadinanza, da concedere con il cosiddetto ius scholae al minore che ha compiuto due cicli scolastici nel nostro Paese dovrebbe diventare una priorità bipartisan.
Sulla questione sociale dei migranti si gioca infatti la sicurezza del nostro futuro.
Non dobbiamo mai rinunciare ai valori di democrazia, tolleranza e rispetto della nostra Costituzione.
Sono e devono restare – conclude – la bussola e la forza tranquilla, soprattutto dell’Italia.