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No ai pannelli solari, sono brutti | Il caso

Uno spettro si aggira per la Sicilia: lo spettro del fotovoltaico, che in un’isola baciata dal sole, in cui l’Ue investe nella creazione a Catania della piu’ grande fabbrica di pannelli solari nel continente, subisce lo stop alle autorizzazioni: “Non porta nulla agli interessi della Sicilia”, ripete il presidente della Regione, Renato Schifani, raccogliendo il plauso dei Cinque Stelle, l’opposizione del Pd, le perplessita’ del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, anche lui siciliano ma di Fratelli d’Italia, e le critiche aperte degli ambientalisti.

“A Schifani dico che i pannelli solari sono una grande scommessa per la Sicilia. Stiamo realizzando in Sicilia il piu’ grande stabilimento di pannelli solari d’Europa realizzato da una grande azienda come Enel. Quello stabilimento sara’ cosi’ innovativo da far concorrenza a quelli cinesi e produrra’ nel tempo tutto quello che serve alla realizzazione di pannelli solari nel nostro Paese. I pannelli solari sono la grande scommessa soprattutto delle nostre regioni meridionali per realizzare energia rinnovabile nel nostro Paese e per la Sicilia sono una grande scommessa anche perche’ creano occupazione”, dice il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a margine del Vinitaly a Verona, in un confronto a distanza con Schifani, che ripete di volere discutere con Roma il tema delle “misure di concambio” per i risarcimenti del danno ambientale provocato dall’installazione dei pannelli.

Al presidente della Regione Siciliana i pannelli solari non piacciono, decisamente. “Non sono belli, non producono lavoro e sono gestiti da remoto; le procedure di autorizzazione in corso continuano, ma poi ci sara’ una pausa di riflessione”, ha ribadito Schifani, lasciando di stucco imprenditori e anche la stessa maggioranza. A tradure le dichiarazioni di Schifani e’ stato Toto Cuffaro: “Credo che il Presidente – dice il capo della rinata Dc – abbia voluto significare come la Regione Siciliana non possa rimanere esclusa dalle royalties versate in produzione energetica anche come ristoro. Non c’e’ nessun blocco delle istruttorie, ma solo la richiesta di un confronto produttivo col governo nazionale e con i fondi di investimento”.

Ad accogliere positivamente la decisione di Schifani e’ stato il Movimento Cinque Stelle, i cui obiettivo e’ impedire, dice Luigi Sunseri, deputato regionale del M5S, che “i nostri campi diventino interminabili distese di pannelli fotovoltaici, a causa di speculatori che puntano sulla disperazione della gente per fare incetta di terre a basso costo. E’ ora di cambiare decisamente rotta – continua Sunseri, affermando di non essere contro le rinnovabili – con precise norme che regolamentino il settore. Le nostre sono pronte. L’Ars le prenda in esame”.

Il Pd accusato Schifani di “pressapochismo” che “danneggia la Sicilia” e di “una mancanza di “visione e di strategia che appare chiara anche quando si tocca il tema delle royalties spettanti ai comuni dove sorgono gli impianti”. “La Regione – afferma Anthony Barbagallo, segretario regionale – non si e’ mai preoccupata di verificare e coordinare l’azione degli enti locali, lasciando soli comuni e amministratori. E ora, con una modalita’ da questuante, si accorge di un problema limitandosi a battere cassa.  E’ Legambiente a ricordare alla politica che il problema non sono tanto le autorizzazioni quanto la pianificazione, tema che non sembra essere centrale ne’ a Palazzo d’Orleans, sede della giunta, ne’ a Palazzo dei normanni, sede del parlamento piu’ antico del mondo. 

“Lo stop alle autorizzazioni per il fotovoltaico, dicono gli ambientalisti, e’ “un grave passo indietro da parte della Regione Siciliana in materia di sviluppo ed implementazione delle energie rinnovabili in Sicilia”.

Legambiente accusa da tempo la Regione Siciliana di “grave e colpevole ritardo nell’applicazione del Piano energetico regionale, che dovrebbe garantire l’individuazione delle aree idonee alla presenza degli impianti; questo ritardo oltre a determinare un’assoluta incertezza sotto ogni punto di vista per gli operatori del settore e per le comunita’ locali, genera anche la proliferazione indiscriminata e non regolamentata su base territoriale degli stessi impianti”. E sono presenti in Sicilia impianti di qualita’, quella tecnologia agrivoltaica impiegata da “numerosissime esperienze di aziende che hanno rinnovato il proprio modo di produrre prodotti di alta qualita’ con la produzione di energia pulita”.

“Il Piano energetico regionale – sottolineano Giuseppe Alfieri e Anita Astuto, rispettivamente presidente e responsabile Energia e Clima di Legambiente Sicilia – dovrebbe essere attuato senza altre perdite di tempo, prevede gia’ che i due terzi dell’energia da produrre nella nostra Regione debba essere prodotta da impianti a fonti rinnovabili, unica strada per contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei sulla decarbonizzazione. E’ questa la via da percorrere, la Sicilia non e’ un continente a se’ stante che puo’ permettersi il lusso di non dare il proprio contributo in questa battaglia sacrosanta, che riguarda il futuro dei siciliani di oggi e di domani”.E’ anche il sindacato a invitare la classe politica ad accelerare sulle rinnovabili.

“Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili in Sicilia deve avvenire in modo massiccio e nei tempi piu’ veloci possibili. Per la Regione e’ l’opportunita’, da non perdere, di avere un ruolo strategico e di essere perno della transizione energetica nazionale ed europea”, ha detto il segretario generale della Filctem Cgil Sicilia, Giacomo Rota, che, in una nota, sottolinea la necessita’ di “andare avanti con l’eolico offshore e onshore e con il fotovoltaico, che assieme a bioraffinazione e gas possono assegnare alla Sicilia un ruolo di primo piano nei processi di transizione”.

E a smentire il presidente della Regione sembra arrivare un’esperienza proprio dal capoluogo siciliano, dove e’ nata la comunita’ energetica di Palermo est: da qualche giorno e’ iniziata la posa dei pannelli solari nel parco fotovoltaico di via Messina Montagne, che avra’ una potenza 850 chilowattora, capace di produrre 1,4 milioni di chilowattora l’anno.

L’area scelta dalla “Comunita’ Energetica Palermo Est” sorge su un terreno di appena 8mila metri quadrati, che era abbandonato. “La capacita’ produttiva del parco fotovoltaico ci consentira’ di soddisfare nell’immediato il fabbisogno di circa 500 unita’ di consumo, fra famiglie e imprese – afferma l’amministratore di Cer Palermo Est Salvatore Cerrito – Nel suo intero ciclo di vita (circa 25 anni) questo parco consentira’ alla nostra citta’ un risparmio di 18 mila tonnellate di Co2 immessa nell’aria. Facendo due conti e come se avessimo piantato a Palermo un bosco di 45 mila alberi, praticamente le dimensioni di tutto il bosco di Ficuzza”.

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