“L’Italia è il Paese che sembra fatto per l’uso delle energie rinnovabili”. Lo ha affermato Renato Mazzoncini, a.d. di A2A e vice Presidente Elettricità Futura, intervenendo al convegno “La soluzione strutturale all’emergenza caro energia”.
“L’Italia, rispetto agli Paesi europei ha più vento, sole e acqua. La componente delle rinnovabili è del 40% in Italia”, ha detto ancora, sottolineando che “l’autoproduzione delle rinnovabili non è trascurabile. Circa il 60% di cittadini e imprese hanno aderito al libero mercato con un contratto a prezzo fisso. Ciò vuol dire che non hanno avuto un incremento dei prezzi. Questo è un messaggio importante perché per ridurre l’impatto la chiave è lavorare su contratti a prezzi fissi sul lungo periodo”.
Mazzoncini è convinto che sulle rinnovabili “possiamo farcela. Rimane il problema che tutta la mobilità va a olio combustibile e il riscaldamento a gas. È chiaro che una volta risolto questo problema, che si può risolvere in un paio di anni, resta il tema della quantità di gas e su questo la produzione di biometano può dare una grossa mano”.
La centralità delle rinnovabili è stata rimarcata anche da Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, secondo cui “sono la soluzione” alla crisi energetica “perché sono più economiche. Già quest’anno i produttori di rinnovabili hanno stipulato con il Gse contratti a prezzo fisso per 20 anni a 65 euro/MWh, quasi un quarto rispetto al prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica di gennaio 2022, pari a 225 euro/MWh”.
Secondo il presidente “l’emergenza energetica è già costata quasi 20 mld euro. Il governo ha stanziato più di 11 mld per il contenimento del costo delle bollette elettriche da luglio 2021. Ciò nonostante in questi mesi l’onere per i clienti è stato di circa 8 mld”.
Nonostante la centralità delle energie rinnovabili, il presidente sottolinea che “l’Italia rappresenta il caso peggiore di burocrazia in Europa. Nessun altro paese ha così tanti problemi ad autorizzare i nuovi impianti rinnovabili. In Italia un iter autorizzativo per un impianto rinnovabile ha una durata media di 7 anni, mentre la normativa prevede una durata di 1 solo anno”.
Per risolvere la grande emergenza energetica entro giugno occorre autorizzare 60 GW di rinnovabili, pari a solo un terzo delle domande di allaccio per i nuovi impianti già presentate da Terna. “Abbiamo la capacità di installare 20 Gw all’anno”, ha detto Re Rebaudengo. “Dei 60 GW stimiamo possano essere 12 di eolico, idroelettrico, bioenergie; 48 di fotovoltaico che richiederebbero una superficie pari a 48 mila ettari di terreno”.
“Il settore elettrico è pronto a investire nei prossimi 3 anni 85 mld euro necessari per installare 60 Gw di nuovi impianti rinnovabili e creare 80 mila nuovi posti di lavoro. Questi investimenti darebbero un grande slancio all’economia e renderebbero l’Italia energeticamente più sicura e indipendente. Possiamo e dobbiamo farcela. Siamo pronti a lavorare con il Governo per individuare le misure straordinarie per raggiungere l’obiettivo dei 60 GW”, ha concluso il presidente.