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Ecco cosa serve davvero per aiutare le imprese a crescere e competere | L’intervento di Maurizio Marchesini, Vicepresidente Confindustria

Maurizio Marchesini, Vicepresidente Confindustria e Presidente Marchesini Group S.p.a., ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “L’innovazione nel mondo delle imprese“, moderato dal giornalista Luca Telese.

Una delle preoccupazioni più frequenti quando sentiamo parlare delle istituzioni, ieri c’era quel Presidente della Regione, è che con il venir meno del PNRR si rischi la recessione. Cosa ne pensa?

Speriamo la recessione no. Certamente siamo in una situazione abbastanza difficile per le imprese, perché le cose cambiano tutti i giorni, cambiano in continuazione.

Dobbiamo affrontare delle grandi transizioni, io dico sempre che sono tre le transizioni, non c’è solo quella digitale, quella ambientale, che pur ci sono naturalmente, ma soprattutto c’è quella demografica che va affrontata. Detto questo siamo comunque un territorio che ha molte carte da giocare, molte cose da fare, bisogna spingere molto sull’innovazione, bisogna fare in modo che anche le imprese più piccole aderiscono a nuove tecnologie, tipo l’intelligenza artificiale. Abbiamo delle possibilità, dobbiamo chiaramente giocarci queste possibilità.

Oggi c’è sciopero generale insieme in tutti i settori, cosa ne pensa?

Lo sciopero è chiaramente un diritto, un diritto inalienabile, io farò qualunque cosa perché questo diritto sia conservato. Certo che inflazionare in maniera eccessiva un’arma potentissima come quella del sciopero generale crea grandissimi disagi e diminuisce anche l’efficacia di uno strumento che invece doveva essere una sorta di ultima arma in mano a una certa classe per poter in qualche modo proclamare le proprie ragioni.

Com’è la situazione, diciamo, visti i dazi dell’export in Emilia-Romagna? Abbiamo avuto un calo per la prima volta?

Sì, l’Emilia-Romagna è una regione fortemente esportatrice, quindi è molto legata all’export.

Chiaramente i dazi si cominciano a sentire e dobbiamo reagire, ovviamente le imprese stanno già reagendo cercandosi altri mercati, dobbiamo reagire anche in maniera collettiva cercando mercati alternativi, ad esempio in Europa già c’è ancora l’accordo per il Mercosur, quindi per tutta l’America, di liberalizzazione per tutta l’America Latina e noi sollecitiamo perché venga firmato e perché mercati alternativi possono, in qualche modo, se non sostituire, reintegrare quello americano.

Viene spesso chiesto anche dai ministri una reciprocità, si dice che così come ci sono controlli e vari, diciamo, ostacoli per l’Italia, non ci sono a volte per altri paesi in Unione Europea?

Allora, imporre… per fortuna l’Europa non ha imposto dei controdazzi perché i dazi sono negativi, soprattutto per chi li emette. È chiaro che certi paesi che non usano le nostre regole, come la Cina, è qualcosa che dovremmo fare perché sono paesi che sollecitano le proprie imprese a conquistare altri mercati, sovvenzionano le proprie imprese perché lo facciano e quindi combattono con armi che non sono le nostre.

Purtroppo temo che in certi casi specifici e immediatamente nel tempo siamo costretti comunque a intervenire. Ecco, grazie, la mia risposta è bene, volevo proprio chiederle questo.

Solo in una prospettiva futura, appunto, si parla soprattutto a livello regionale di incentivare gli investimenti per cercare di portare avanti le imprese, questa grande difficoltà che domina il periodo storico che stiamo vivendo.

Ma, appunto, anche la stessa manovra del Governo, diciamo che per la crescita non è che metta chissà quante risorse a disposizione. Insomma, voi come la vedete?

Stiamo dicendo molto chiaramente, l’ultimo incontro a Palazzo Chiesa l’abbiamo avuto ieri pomeriggio. Stiamo dicendo chiaramente che per la crescita occorre di più, occorre avere un pochino più di coraggio, fare di più, ma soprattutto occorre stabilità.

E fare un provvedimento come l’iperammortamento, che va bene, per l’amor di Dio, ma solo per un anno non serve a nulla. Perché le imprese hanno bisogno di progetti almeno triennali, almeno triennali, cioè meglio quinquennali. E in qualche modo, se vogliamo tirare fuori dai cassetti i progetti, devono avere una prospettiva un po’ più lunga.

Il disastro combinato con il 5.0 ne è una dimostrazione. Quando finalmente gli imprenditori sono partiti gli è stato tolto il tappeto e sono rimasti veramente sbalorditi e, come dire, con il rischio di una perdita di fiducia degli imprenditori nei confronti della cosa pubblica.

Siamo agli Stati Generali della Ripartenza, il luogo del dialogo, del confronto tra imprese, istituzioni, società civili, corpi intermedi. Quanto è importante il dialogo per la crescita del nostro Paese?

Guardate, mettiamola così. La situazione è una situazione complessa, è una situazione difficile, è una situazione che cambia in continuazione. Io credo che nessuno ne esca da solo.

Non possono uscire da solo gli imprenditori, non possono uscire i sindacati e non può uscire da solo l’apparato pubblico preso in generale, quindi Regione, Stato. Quindi sicuramente la sinergia è importante sempre, ma soprattutto in una situazione molto particolare come questa.

Per vedere l’intero intervento del Vicepresidente Marchesini, collegati al Panel di riferimento

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