“La ricerca in Italia secondo me è a buon, anzi, ottimo punto nel senso che abbiamo avuto una grande opportunità, che è quella del Pnrr e siamo circa alla metà dello sviluppo dei progetti di ricerca nell’ambito del Piano e si cominciano a vedere i primi risultati.
Quindi il nostro compito adesso è mostrare l’impatto anche dell’investimento in ricerca per esempio nel caso del Cnr, sulla biodiversità, sull’intelligenza artificiale, sul quantum tech.
È chiaro che quello che giustamente il premio Nobel Giorgio Parisi chiede è una continuità pluriennale, quindi avere una stabilità del finanziamento, invece ogni tanto noi abbiamo dei picchi alternati a periodi più difficili.
In questo momento con il Pnrr siamo in un momento positivo”.
A dirlo all’Adnkronos è la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza a margine di ‘Idee per il futuro nel cuore di Roma’, un progetto culturale organizzato nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano dalla Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con Associazione Futuro delle Idee e patrocinio del Ministero della Cultura.
Carrozza è una delle donne al vertice della Ricerca in Italia, insieme a Fabiola Giannotti che guida il Cern e la rettrice dell’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’, Antonella Polimeni.
“Il mondo della ricerca – spiega Carrozza – sta dando un grande esempio perché, oltre a Giannotti al Cern e Polimeni alla Sapienza abbiamo diversi rettorati sempre più coniugati al femminile.
E questo è un segnale importante.
Tuttavia, dobbiamo ancora fare molta strada perché sappiamo che il numero delle professoresse ordinari e il numero delle dirigenti di ricerca negli enti di ricerca è ancora molto basso.
Siamo a poco più del 20%.
Questo significa che, anche se abbiamo dei segnali positivi, dobbiamo lavorare e capire perché tanto genio femminile si perde per la strada”.