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Marcello Sorgi (La Stampa): «Il Governo Draghi incatenato alle contraddizioni della sua maggioranza»

Secondo Marcello Sorgi, lo scontro aperto tra Draghi e i 5 Stelle, che si sono rifiutati di votare in Consiglio dei ministri il decreto aiuti, non è riuscito a oscurare la portata dei provvedimenti del governo a favore di famiglie e imprese, provate dalle conseguenze della guerra in Ucraina e soprattutto dai rincari dei prezzi energetici.

Nei piani del premier, infatti, i 14 miliardi di euro di interventi dovrebbero ripercuotersi subito sull’economia del Paese, incoraggiando una ripresa che malgrado tutto, pur rallentando, non s’è fermata.

Perché allora di fronte a una simile messe di “ristori”, pari in pochi mesi a ben due punti di Pil, Conte e il Movimento 5 Stelle si sono messi di traverso, mentre tutti i leader della maggioranza, e perfino Meloni, dall’opposizione, correvano a rivendicarsene il merito?

Il motivo della rottura sta nel fatto che il decreto, tra le righe, assegna poteri da commissario al sindaco di Roma Gualtieri, che potrà così realizzare il progetto del nuovo termovalorizzatore per risolvere il problema dei rifiuti nella Capitale.

Un disegno a cui i 5 Stelle, contrari agli inceneritori, si sono opposti fin da quando è stato annunciato, con tutte le loro forze. Ma Gualtieri, con i suoi nuovi superpoteri, potrebbe aggirare la contrarietà dei grillini, che in Campidoglio non fanno parte della sua maggioranza, ma promettono egualmente una campagna senza esclusione di colpi.

La coincidenza tra i due eventi – il decreto di Draghi e il “no” trasversale dei 5 Stelle – ha reso, se possibile, più evidente la contraddizione in cui il governo si trascina da tempo. Da una parte il premier, proteso verso un’azione di governo mirata a salvare finché possibile gli effetti della ripresa. Dall’altra parte il fronte rivendicazionista, frastagliato più di quel che appare e unito soprattutto dall’impazienza.

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