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Marcello Clarich (ex presidente Fondazione Mps): «Uscita Mef strada obbligata. Siena deve guardare avanti e accettare il distacco»

C’è chi dice no. Volano dichiarazioni di guerra sulla possibile privatizzazione di Mps, con una buona fetta della politica locale e nazionale contraria all’allontanamento della banca dalla sua città. Uno scenario che per Marcello Clarich, presidente della Fondazione Mps negli anni più difficili della sua storia tra il 2014 e il 2018, è ormai già vicino alla realizzazione.

«Mi sembra che l’uscita del Tesoro dal capitale della banca sia una strada obbligata. La prevedono gli accordi presi nel 2016 con la Bce e con la Commissione Europea che hanno concesso al governo italiano una nazionalizzazione a tempo. Purtroppo o per fortuna non c’è molto da fare. Al massimo potrebbe verificarsi una proroga legata al Covid, ma prima o poi lo Stato dovrà uscire. Occorre ricordare cos’è il Monte per Siena e per la Toscana. La banca non è soltanto la più grande azienda regionale con tutti i benefici impliciti per il territorio, ma rappresenta anche una storia, una tradizione. Me ne sono reso conto frequentando assiduamente la città da presidente della Fondazione fra il 2014 e il 2018».

A far dibattere ancora oggi è la “senesità” di Mps, che ha rilanciato l’ipotesi di mantenere una mini-banca in Toscana. «È inutile nascondersi che il legame tra la regione e la banca resta forte perché perdere il Monte significherebbe perdere ricchezza e occupazione. Trovo quindi comprensibile che qualcuno si stia ponendo il problema di come mantenere l’istituto sul territorio. L’esito di un tentativo di questo genere mi sembra però alquanto incerto, soprattutto in termini di efficienza industriale del progetto».

È il momento che Siena si rassegni a perdere la sua banca, conclude Clarich. «La città deve guardare avanti e sfruttare le sue numerose potenzialità, dall’università alla cultura, dal turismo di qualità alle biotecnologie. Molto è già stato fatto in questi anni e il distacco dal Monte potrebbe accelerare processi virtuosi già in atto. Non dico che sarà una strada semplice, ma occorre essere realisti nel riconoscere che non ci sono alternative»

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