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L’Ue avvisa l’Italia: “Basta ritardi sul PNRR, e avanti con politiche di bilancio prudenti” | Lo scenario

Ci sono alcuni punti cruciali delle raccomandazioni di Bruxelles all’Italia. Innanzitutto, servono «politiche di bilancio prudenti», con un calo del debito «continuo e credibile». Bisogna riportare il deficit sotto il 3%, al più tardi entro il 2026, e contenere la spesa netta primaria, riducendo in particolare i sussidi contro il caro-energia. Ma soprattutto bisogna andare avanti «senza ritardi» con l’attuazione del Pnrr, in particolare «rafforzando la capacità amministrativa» per far sì che i soldi vengano spesi bene e senza intoppi.

Nel capitolo riforme – accanto agli “evergreen” fisco e pensioni – tra le righe dovrebbe esserci anche un passaggio che farà emergere le perplessità della Commissione europea sulla riforma dell’autonomia differenziata, secondo quanto riportato da La Stampa. Il messaggio-chiave, comunque, sarà dedicato al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Pur senza entrare nei dettagli della trattativa sulla terza rata e della revisione annunciata dal governo italiano, l’esecutivo europeo coglierà l’occasione per mandare qualche segnale a Roma.

Chiederà di aumentare gli investimenti pubblici – in particolare quelli per la transizione ecologica, digitale ed energetica – soprattutto quelli finanziati con il Pnrr e con gli altri fondi europei. Un accento sarà messo con ogni probabilità sulla necessità di completare gli obiettivi senza ulteriori ritardi e sull’esigenza di «rafforzare la capacità amministrativa», il che vuol dire far funzionare al meglio la macchina burocratica che deve gestire in poco tempo una mole di risorse inedita. In sostanza fare in modo che l’Italia possa assorbire nei tempi e nei modi previsti tutti i fondi, che poi è il timore principale del ministro Raffaele Fitto, responsabile del piano.

Come ogni anno, una sezione delle raccomandazioni sarà dedicata alle riforme da portare a termine. Quelle previste dal Pnrr, ma non solo. Dovrebbero esserci riferimenti alle pensioni e agli interventi in ambito fiscale, ma anche alla necessità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Dovrebbe poi trovare spazio un velato riferimento agli aspetti legati alla «integrazione regionale» che servirà per mandare un avvertimento indiretto sulla riforma dell’autonomia differenziata, che è già stata criticata dai tecnici del Senato in quanto c’è il rischio che possa aumentare le diseguaglianze e indebolire i servizi fondamentali nelle regioni più poveri.

Le raccomandazioni sulle riforme non sono giuridicamente vincolanti, ma quelle degli anni scorsi sono state la base per la definizione degli obiettivi del Pnrr. In vista di una possibile modifica del piano, Bruxelles potrebbe dunque chiedere di tenerne conto. Di certo la Commissione inviterà l’Italia ad «assicurare una politica di bilancio prudente». A fine anno verrà disattivata la clausola di salvaguardia che dall’inizio della pandemia ha sospeso l’applicazione del Patto di Stabilità e Crescita e, in attesa di trovare un accordo sulla sua riforma, Bruxelles ha deciso di formulare le sue raccomandazioni tenendo conto dello “spirito” della riforma, che introdurrà percorsi di riduzione del debito pluriennali, negoziati bilateralmente tra la Commissione e i singoli governi.

Per questo nel documento che verrà approvato oggi dal collegio dei commissari non ci saranno target quantitativi per la riduzione del debito, ma i Paesi come l’Italia saranno invitati a contenere la spesa primaria netta (ossia quella che non tiene conto degli interessi sul debito), ad assicurare una riduzione continua e credibile del debito nel medio-periodo e a portare il livello del deficit al di sotto del 3% entro la fine del periodo previsto dal programma di convergenza e stabilità, vale a dire entro il 2026, anno in cui il Def prevede di scendere al 2,5% del Pil. Si tratta di un obiettivo che il governo spera di raggiungere anche prima grazie a un miglior andamento della crescita e i dati pubblicati ieri dall’Ocse sono incoraggianti.

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