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[L’Intervista esclusiva] Lucia Fortini (Assessore Scuola Regione Campania): «La Scuola si prende cura del futuro dei giovani. Diritto allo studio e diritto alla salute sono paritetici»

Continua il percorso di approfondimento che l’Osservatorio Riparte l’Italia ha voluto dedicare al tema della Ripartenza della Scuola in questo nuovo anno 2021. E’ oggi ospite della nostra rubrica Lucia Fortini, Assessore alla Scuola, alle Politiche sociali e alle Politiche giovanili della Regione Campania.

D. Nell’inizio di Ripartenza che il nostro Paese ha vissuto al termine della prima ondata dei contagi, il mondo della scuola ha rivestito un ruolo di primaria importanza. Quale pensa potrà essere il ruolo che rivestirà quando, al termine della seconda ondata, si riavvierà l’intero sistema Paese, quindi con una ripartenza più strutturata e che tutti ci auguriamo essere più duratura nel tempo?

La Scuola italiana, come è accaduto per tutti i settori – da quello produttivo a quello culturale, da quello sociale e sanitario a quello della ricerca – ha affrontato la pandemia e, ancora adesso nel mentre ne discutiamo, siamo in un contesto inimmaginabile prima e non possiamo fare previsioni sul momento in cui tutto ciò finirà. Ricerca e diffusione dei vaccini, controllo della curva epidemiologica, rispetto delle norme di sicurezza da parte di ogni singolo individuo sono solo alcune delle variabili che siamo chiamati a gestire in una fase complessa, incerta e ancora tutta da decriptare, dove per prima la scienza è alle prese con successive iterazioni e nuove scoperte.

In questo quadro, la Scuola fa sempre la Scuola: si prende costantemente cura del futuro di tutti i nostri giovani.

Nel cuore della prima ondata del virus, c’è stato un comportamento straordinario della comunità educante, dei docenti e dei dirigenti di fronte ad un fenomeno eccezionale. Con il contributo delle famiglie e degli studenti il sistema scolastico è stato in grado di trasformare la didattica in presenza in didattica a distanza. Inizialmente, con qualche difficoltà e imprevisto, ma successivamente allineandosi e superando con successo gli oggettivi ostacoli che inevitabilmente si sono presentati: la Scuola è rimasta scuola.

Nella seconda ondata, una maggiore consapevolezza del pericolo, ci ha indotto ad adottare una strategia di prudenza, di prevenzione e di gradualità. L’azione della Regione Campania è sempre stata guidata dalla necessità di contemperare gli interessi generali dell’intera comunità scolastica sottesi sia al diritto allo studio, sia al diritto alla salute.

C’è chi li ha posti su piani diversi e c’è chi, come noi, ha tentato di collocarli in una posizione di parità. Nelle scelte che quotidianamente prendiamo, ci avvaliamo di medici e scienziati che, sulla base di studi, analisi e attente valutazioni, suggeriscono – di volta in volta – le soluzioni migliori di cui la politica fa sintesi e adotta con responsabilità e buon senso.

D. In questi mesi si è molto dibattuto di alcuni temi strettamente legati al mondo della Scuola, come la Didattica a distanza, i Trasporti locali, il Digital Divide e lo stato delle infrastrutture scolastiche. Nel suo territorio, avete individuato iniziative o soluzioni utili a circoscrive al meglio queste problematiche per poterle superare in maniera efficace?

La Pandemia ha messo in luce una serie di problematiche alcune delle quali erano già al centro del dibattito pubblico, quali ad esempio la carenza del trasporto pubblico, lo stato delle infrastrutture scolastiche, gli investimenti dedicati al sistema scolastico.

In realtà, si tratta di questioni che affliggono l’intero Paese e che attengono a competenze diversificate dal punto di vista delle amministrazioni pubbliche: non sono solo competenze delle autonomie locali, ma anche del Governo Centrale.

La Regione Campania, nell’ambito delle risorse di programmazione, ha rimodulato in maniera significativa una serie di interventi approvando un nuovo piano socio economico straordinario per far fronte ai nuovi fabbisogni emergenti e alle situazioni di fragilità sociale evidenziatesi. Parlo ad esempio del bonus “con le famiglie”, volto all’acquisto di attrezzature, strumenti informatici, dispositivi e altri supporti per l’accesso ai servizi didattici e socio-educativi (personal computer, tablet, notebook e altri strumenti utili per l’apprendimento a distanza), il sostegno all’acquisto di servizi di babysitting.

D. L’aspetto sociale e relazionale della presenza scolastica è stata da tutti riconosciuta come elemento fondante del processo di crescita degli alunni. Fermo restando il rispetto dei decreti emanati a tutela della salute di tutti i cittadini, avete individuato nel vostro territorio delle soluzioni sostenibili per garantire comunque le lezioni in presenza al maggior numero possibile dei vostri alunni?

Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza degli alunni e più in generale dell’intera comunità scolastica: circa 900.000 studenti, 49.000 operatori tra il personale tecnico amministrativo, 900 dirigenti, 88.000 docenti.

Abbiamo ritenuto che la strategia giusta fosse quella del rientro graduale in presenza. Il rientro a scuola in condizioni di sicurezza consente di dare stabilità e continuità alla platea scolastica. L’auspicio è poter valutare risultati della curva epidemiologica e dati dei contagi sempre più incoraggianti e dunque in netto decremento.

D. Un altro tema particolarmente dibattuto in questo periodo è stato quello legato al corpo docente che da un lato riveste un ruolo fondamentale nella diffusione delle competenze, ma dall’altro ha presentato delle difficoltà negli ultimi mesi, sia per quanto riguarda il reperimento di un numero sufficiente di docenti che per la formazione necessaria per portare a compimento le sfide che l’epidemia ha imposto al mondo della scuola. Avete pianificato interventi in tal senso, e, in caso positivo, con quali modalità?

Il presupposto della domanda è infondato. Sono grata al corpo docenti per il grandioso lavoro che hanno compiuto e stanno svolgendo in questi mesi. La didattica a distanza non è semplice e solo grazie a loro è stata resa possibile.

Inoltre, sin dal mese di Aprile, ogni istituzione scolastica è stata dotata dei protocolli e di tutto il materiale necessario per garantire la sicurezza dell’intera comunità scolastica.

Da luglio è stato fatto un enorme sforzo per rispettare le distanze tra banchi, le postazioni in aula, etc. al fine di garantire il corretto e sicuro rientro in classe. Sono ammirata della collaborazione e dell’impegno di tutto il personale scolastico della Campania.

D. Secondo la Banca Mondiale, quasi 7 milioni di studenti dall’istruzione primaria a quella secondaria potrebbero abbandonare gli studi a causa dello shock economico sociale prodotto dalla pandemia. State provando ad arginare questo fenomeno nel vostro territorio? In quale modo?

Con le iniziative dell’Assessorato alla Scuola abbiamo sempre posto in essere interventi per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e, nei prossimi mesi, questi temi costituiranno il focus della mia delega.

Punteremo su programmi quali “Scuola Viva”, “Scuola Viva in Quartiere” e su altri progetti strategici volti a contrastare il fenomeno e garantire al maggior numero di studenti il diritto allo studio. Il nostro obiettivo è molto più ampio e ambizioso: non solo i nostri ragazzi dovranno studiare e conoscere i programmi didattici, ma abbiamo il dovere di formare culturalmente e caratterialmente donne e uomini capaci di saper affrontare la vita, essere cittadini del mondo pronti a dare un contributo positivo per l’evoluzione della nostra società civile.

D. Nel 2021 arriveranno le risorse economiche stanziate dall’Unione Europea per far fronte all’emergenza mondiale. Come possono essere concretamente utilizzate queste risorse per mettere le basi per una vera ripartenza del mondo della scuola? Quali le priorità?

Credo che le risorse economiche debbano essere rivolte principalmente a coloro che sono stati gravemente e terribilmente colpiti dalla pandemia.

Il nostro obiettivo sarà quello di fornire a tutti gli studenti campani la possibilità di continuare a studiare, di rafforzare competenze e “saper fare” attraverso percorsi extra-curriculari che possano garantire loro non solo un percorso formativo adeguato agli standard internazionali, ma anche un concreto e possibile inserimento nel mondo del lavoro.

Punteremo su interventi a sostegno dell’apprendistato, progetti di scambio, mobilità internazionale, iniziative per gli alunni con bisogni educativi speciali. 

D. Un altro tema particolarmente significativo per la ripartenza del nostro Paese è il rapporto che esiste tra il mondo della scuola e quello del lavoro. Avete realizzato iniziative per integrare maggiormente questi due mondi e facilitare una veloce transizione per i ragazzi?

Penso che la Scuola abbia innanzitutto il dovere di insegnare e formare i giovani alla vita: Crescere imparando regole di educazione civica e puntare sulla cultura quale più potente strumento di libertà ed emancipazione, penso rappresentino la base su cui continuare a costruire una scuola capace di educare future generazioni forti e consapevoli.

Credo, inoltre, fortemente nella stretta connessione tra mondo della scuola e mondo del lavoro. È fondamentale che la scuola offra ai giovani anche l’opportunità di conoscere e studiare l’universo delle professioni, di accedere alla formazione superiore promossa nei percorsi di Istruzione Tecnica Superiore (ITS), di affrontare consapevolmente percorsi esperienziali in azienda.

D. Una delle conseguenze più gravi della pandemia potrebbe essere quella di esacerbare ulteriormente l’esclusione e la disuguaglianza di alcuni gruppi sociali, già emarginati e vulnerabili, come le minoranze etniche e le persone con disabilità, che sono stati maggiormente colpiti dalla chiusura delle scuole. Avete in cantiere delle proposte concrete per evitare che questo accada?

I prossimi mesi dovranno essere spesi per trovare le soluzioni migliori per arginare e mitigare gli effetti dirompenti della pandemia. I gruppi sociali, già emarginati e vulnerabili, spesso appartenenti ad aree territoriali a forte degrado e marginalizzazione culturale e sociale, saranno la categorie da cui partiremo. D’altronde minoranze etniche e persone con disabilità sono sempre state da noi fortemente tutelate; penso alle intese territoriali di inclusione attiva, al prezioso lavoro sostenuto attraverso gli ambiti territoriali sociali, alle scuole di comunità.

D. Infine, il nostro Osservatorio ha elaborato, nel Paper presentato prima del periodo Natalizio, cinque proposte concrete per far ripartire il mondo della scuola (consultabili qui). Potrebbe commentarle e, nel caso, integrarle? Le ritiene attuabili nel suo territorio?

Le proposte dell’Osservatorio sono condivisibili.  Il tema è capire come trasformare le aspirazioni, le istanze e i fabbisogni emergenti nell’ambito del sistema scolastico in percorsi produttivi e generativi di cultura e di coesione sociale, incentrati sulla concretezza e la tempestività e fortemente connotati da solidarietà e inclusività.

La Regione Campania non è abituata a sottrarsi alle sfide concernenti gli interessi collettivi della sua comunità. Nel solco tracciato, proveremo a migliorarci con un laborioso e scrupoloso lavoro quotidiano di ascolto, elaborazione e intervento.

Il nostro impegno è tutto qui.  

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