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L’Occidente debole travolto dalle guerre | L’analisi di Claudio Tito

Claudio Tito su Repubblica prende in esame ‘l’ombra di Pechino’ sullo scenario internazionale: “C’è un filo rosso che lega la guerra in Ucraina, il conflitto israelo-palestinese e l’attacco dell’Iran a Gerusalemme. Un minimo comun denominatore che si può definire un tentativo di indebolire l’Occidente. I suoi ideali, i suoi valori e la sua economia. Sono effetti – scrive l’editorialista – che si possono considerare inizialmente collaterali ma che diventano principali in una fase successiva. Se si guarda al contesto globale. Soprattutto se si osserva come la Cina, il vero antagonista mondiale degli Usa e dell’Ovest nel terzo millennio, sta sfruttando le diverse crisi belliche. La preoccupazione dell’Unione europea, degli Usa e del G7 che si apprestano a confermare a Gerusalemme la richiesta di moderare la risposta a Teheran, è essenzialmente questa. Il regime degli Ayatollah ha ribadito di fatto la sua scelta di campo a favore di Mosca e Pechino. Non lo si può ignorare”.

“Non si può trascurare nemmeno che la storia degli ultimi 110 anni ci ha insegnato che le guerre mondiali sono state scatenate da una miccia appiccata nell’est europeo: a Sarajevo e nei Sudeti. È quindi la Cina a conquistare i dividendi maggiori di questa situazione. Paradossalmente sostiene Mosca, che punta ristabilire l’equilibrio di Yalta, con l’obiettivo esattamente di sovvertire le sfere d’influenza fissate quasi ottanta anni fa. Lo fa a modo suo. Di tutti conflitti in corso in questo momento, le truppe di Xi non sono presenti in nessuno. Sono osservatori interessati. E avvantaggiati. Si incuneano nelle fessure più critiche per allargarle e scendere nella competizione globale con l’Occidente senza appesantimenti”.

“Senza fardelli di alcun tipo. Sfruttano le vulnerabilità dall’esterno. E lo fanno in un momento di particolare fragilità ‘democratica’ del sistema occidentale. Anche l’Europa sta facendo i conti con questi pericoli. E con tutte le sue difficoltà. Nei prossimi giorni tenterà di emanare nuove sanzioni contro Teheran (ma solo personali e non allo Stato) evitando di compromettere il dialogo. E – conclude – nella consapevolezza che la sua capacità di mediazione è ridotta”.

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