Le elezioni anticipate, e il conseguente insediamento del nuovo governo in ottobre, arrivano in un momento difficile per l’economia italiana ed europea. A causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dell’indebolimento della domanda globale, S&P Global Ratings prevede una lieve recessione in Italia il prossimo anno, con una contrazione del Pil dello 0,1% prima di recuperare l’1,5% nel 2024.
Per gli analisti lo spazio fiscale dell’Italia è limitato, con un debito pubblico netto che nel 2022 dovrebbe attestarsi a poco meno del 138% del Pil e un deficit pubblico previsto al 6,3% del Pil per quest’anno. Tuttavia, gli esperti non prevedono rischi fiscali immediati dalla transizione al nuovo Governo. «La nostra previsione di base è che il nuovo Governo finalizzi la legge di bilancio 2023 entro la fine di ottobre e la presenti al Parlamento a novembre, nel rispetto degli obiettivi fiscali specificati nel programma di stabilità dell’attuale governo, pubblicato ad aprile».
Per S&P la chiave per la ripresa economica (e indirettamente per le finanze pubbliche) nel 2023-2024 sarà l’attuazione da parte del nuovo governo delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per consentire l’erogazione dei restanti 145 miliardi di euro del totale di 191 miliardi di euro (10% del Pil) in prestiti e sovvenzioni del Fondo di ripresa e resilienza (Rrf) dell’Ue.
La Commissione europea stima che, a settembre 2022, sia stato raggiunto il 10% delle tappe e degli obiettivi dell’Rrf. Durante la campagna elettorale, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha manifestato interesse per una revisione degli impegni dell’Rrf dell’Italia. «A nostro avviso, un’eventuale riapertura potrebbe causare un ritardo nelle erogazioni previste e aumentare l’incertezza sulle prospettive economiche in un momento in cui le condizioni di finanziamento per le famiglie italiane e per lo Stato continuano a inasprirsi».
«Un’eventuale rinegoziazione dell’Rff potrebbe anche essere dannosa per le finanze delle amministrazioni locali e regionali italiane, che beneficiano direttamente dello strumento. Una riforma fiscale legata all’erogazione del Rff dovrebbe continuare a compensare gli enti locali e regionali in caso di perdita di gettito fiscale per evitare squilibri di bilancio strutturali, dato che le regioni finanziano servizi essenziali come l’assistenza sanitaria», concludono da S&P.