In Italia il numero di assicurati per catastrofi naturali sono pochi, ma rischiano di essere sempre meno nel futuro. Una miscela fatta di fatalismo e malgoverno fa si che – ha ricordato Andrea Battista su InPiù del 1° giugno – appena il 5% delle abitazioni sono protette da una polizza che copre i danni delle alluvioni. Le famiglie non la fanno, soprattutto al Sud, perché sperano che la prossima alluvione non tocchi a loro. È la malattia del fatalismo. Quella del malgoverno è presto detta. Si discute da oltre venti anni di introdurre una polizza obbligatoria o semi obbligatoria per tutelare il patrimonio abitativo del paese, ma nessun governo ha avuto finora il coraggio di contrastare la ridicola affermazione populista che si tratterebbe di una nuova tassa.
Come se non fossero le già magre spalle dei contribuenti a sopportare ex post il peso dei circa 3 miliardi di spese che lo Stato si accolla ogni anno per le catastrofi naturali. Ma se le risorse pubbliche si concentrano nella ricostruzione degli appartamenti (peraltro tardi e male), mancheranno sempre i soldi necessari a quelle opere strutturali necessarie a mitigare futuri disastri. Se non si provvede rapidamente ad innalzare gli argini di fiumi e torrenti, a mettere in sicurezza strade e porti, ad introdurre o a far rispettare norme severe su come e dove costruire le abitazioni, gli effetti del climate change saranno sempre più devastanti. Come già capita in altri paesi, le stesse assicurazioni aumenteranno progressivamente i prezzi delle loro polizze e quindi, se non riusciranno comunque a far quadrare i loro conti, usciranno di scena.
In Australia, nel Queensland, molte aree sono già oggi considerate inassicurabili. E, proprio in queste settimane, negli Usa, è in corso un aspro dibattito sulle decisioni prese dalle maggiori compagnie (State Farm, Allstate) di non assicurare più contro gli incendi le case della California, lasciando indifesi i loro proprietari. Sull’altra costa del paese dieci stati sono in causa con il governo federale per gli aumenti tariffari, considerati eccessivi, decisi dalla Federal Emergency Management Agency (Fema), lo schema assicurativo pubblico contro le inondazioni cui i cittadini si rivolgono in mancanza di assicuratori disposti a coprire i loro rischi. Perché in Italia dovrebbe andare diversamente? Non ci sarà un santo qualsiasi a difenderci.