di Alessandro Lombardo, chief commercial officer gruppo Gabetti
Il settore alberghiero è sicuramente tra quelli che maggiormente hanno risentito dell’emergenza Covid, ma è anche tra quelli che al momento stanno conoscendo un periodo particolarmente felice a livello di investimenti, forse proprio perché il periodo di crisi affrontato ha dato modo di far emergere le criticità di un comparto per certi versi ancora obsoleto e bisognoso di cambiamenti più radicali.
Nei primi nove mesi del 2022, è cresciuto molto l’interesse degli investitori nel real estate dell’hospitality, con un volume di investimenti di 1,1 miliardi di euro, pari al 12% del totale degli investimenti capital markets.
Un risultato ottenuto anche grazie a importanti operazioni di riconversione in hotel di edifici a destinazione d’uso uffici.
A livello di previsioni, si ipotizza una chiusura a fine anno di volumi investiti nel settore del +16% rispetto al 2021.
D’altra parte, negli ultimi dieci anni (2011-2021), il numero di compravendite degli hotel, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, è cresciuto del +132%, con una media di 573 transazioni l’anno.
Il 2021 è stato l’anno record con un transato pari a 1.137 transazioni, +45% rispetto al 2019.
A caratterizzare la crescita al 2021 non è stato soltanto l’effetto rimbalzo post frenata del 2020 dovuto all’avvento della pandemia, ma anche la crisi che questo settore ha dovuto affrontare per effetto della contrazione turistica a livello globale.
Tanti proprietari hanno messo sul mercato le proprie strutture ricettive nel timore che il perdurare della contrazione del turismo potesse mettere in crisi il modello del proprio business.
Questo si è tradotto in un’occasione di mercato per i tanti che hanno voluto investire in questa asset class, credendo in una decisa attività di modernizzazione e rebranding.
Secondo studi Gabetti, il valore stimato post riqualificazione di un albergo può arrivare anche a registrare una crescita del 35% sul valore di partenza.
Ad aumentare significativamente sono stati gli hotel a 4 e a 5 stelle. Negli ultimi dieci anni, gli hotel a 4 stelle sono cresciuti del 19%, con un aumento delle camere del 14%.
Gli hotel a 5 stelle fanno registrare un risultato ancora migliore crescendo del 57% e con un aumento del numero di stanze del 40%.
Calano sensibilmente invece gli esercizi di 1 e 2 stelle, rispettivamente del 34% e del 23%, e rimangono stabili gli hotel a 3 stelle.
La finalità degli investimenti in corso è la soddisfazione della domanda internazionale di alta qualità ricettiva. In tale contesto, una fortissima spinta al settore arriva dal Pnrr.
In particolare, il punto terzo della prima missione del Piano intende rilanciare turismo e cultura, due settori di grande valore in Italia e che hanno particolarmente sofferto a causa della crisi pandemica.
Il pacchetto di investimenti rivolto al turismo prevede l’assegnazione di circa 2,4 miliardi di euro con un duplice obiettivo: migliorare la capacità competitiva delle imprese operanti nel settore e promuovere un’offerta basata su principi di sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e digitalizzazione dei servizi.
Investimenti rilevanti riguardano il “Digital Tourism Hub” (114 milioni di euro), un hub del turismo digitale, accessibile tramite piattaforma web dedicata, per costruire un ecosistema integrato composto da operatori turistici, imprese, istituzioni e volto alla promozione e valorizzazione dell’offerta.
Il progetto “Caput Mundi-New Generation Eu” (500 milioni di euro), approfittando del prossimo Giubileo 2025, punta a creare un innovativo itinerario turistico di ampio respiro (dal centro storico di Roma ad altre mete meno note), generare nuovi posti di lavoro e implementare il digitale come canale di comunicazione privilegiato.
Terzo punto, la creazione di fondi integrati per una maggiore competitività delle imprese turistiche (1,79 miliardi di euro), destinati ad affrontare una serie di esigenze del settore: dalla frammentazione delle imprese alla scarsa capacità di innovazione.
Dei tre interventi, è quello relativo ai fondi integrati che destina più risorse e prevede investimenti soprattutto nella forma del credito d’imposta e dei contributi a fondo perduto per interventi da effettuare in ambito architettonico e digitale.
Gli interventi edilizi sono suddivisibili in manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione e sono indirizzati prevalentemente all’incremento dell’efficienza energetica della struttura ricettiva, all’adeguamento alle norme antisismiche, all’eliminazione delle barriere architettoniche, alla realizzazione di piscine termali e all’acquisto delle relative attrezzature di funzionamento.
È forte quindi la spinta sul settore sia da parte del pubblico sia da parte di investitori privati, un comparto che si prospetta come tra i più promettenti già nel breve termine e che continuerà sicuramente a esserlo anche nel medio-lungo periodo.