Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

L’industria tedesca e le sue difficoltà | L’analisi di Romano Prodi

Sul Messaggero Romano Prodi riflette sulle “difficoltà nelle quali si trova l’industria tedesca, fino a poco tempo fa oggetto di esempio e ammirazione da parte del mondo intero.

Un’industria che, anche se particolarmente presente in tutti i mercati internazionali e specializzata nella produzione di beni ad elevato livello tecnologico, ha subito in modo peculiare l’ascesa quantitativa e qualitativa dell’industria cinese, anche nei settori in cui la sua primazia era indiscussa.

Il caso più noto è l’automobile, settore in cui i produttori tedeschi sono progressivamente passati da una produzione di sei a quattro milioni di vetture, cedendo alla Cina il primato nel comparto più innovativo dell’auto elettrica.

La crescita della concorrenza — osserva Prodi — si è tuttavia materializzata in tutti i settori produttivi nei quali la Germania ha sempre goduto di una forza straordinaria, come la chimica e la meccanica strumentale, dove il suo ruolo di punta era ampiamente riconosciuto.

Questo mutamento della concorrenza mondiale ha provocato una perdita di duecentocinquantamila addetti nell’industria nazionale rispetto al periodo immediatamente anteriore al Covid.

La crisi si è molto aggravata negli ultimi mesi nei quali, alla concorrenza cinese, si è aggiunto il dazio americano che, alla tariffa del 15% aggiunge una tassa di ingresso del 50% sui componenti metallici contenuti nei prodotti.

Nei primi nove mesi di quest’anno le esportazioni tedesche, dopo un ventennio di primato, sono crollate del 7,4%, provocando un ulteriore aumento dei licenziamenti che, nelle ultime settimane, si sono fatti particolarmente pesanti.

Tutto questo mentre le esportazioni cinesi dei beni di investimento sono aumentate in modo tale che la Germania è ora in deficit nei confronti della Cina anche nel settore che costituiva un suo riconosciuto primato.

Si può obiettare che si tratta di un quadro comune alla maggioranza dei paesi europei, a partire dalla Francia e dalla Gran Bretagna per arrivare all’Italia, ma il caso tedesco assume un aspetto quasi simbolico, data la rilevanza e la reputazione di cui la Germania ha sempre goduto”.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.