L’Europa deve assumersi la responsabilità della propria sicurezza: è questo il cuore del messaggio coraggioso di Ursula von der Leyen sullo Stato dell’Unione.
Che ha annunciato nuove importanti iniziative di sostegno per l’Ucraina e il popolo palestinese.
Ma è difficile non vedere che questi messaggi vengono da un’autorità senza i mezzi per fare valere i propri valori e attuare le proprie visioni, perché la politica estera e di difesa non rientrano tra le competenze della Commissione e su molte questioni gli Stati membri marciano divisi.
Il senso di debolezza è aggravato dalla debole disponibilità che ne risulta a sostenere le proposte più incisive della Commissione.
Siamo insomma in un passaggio che esalta, insieme ai propositi condivisibili per un’Europa più forte e pronta a lottare per i propri valori, la debolezza istituzionale della costruzione europea davanti alle sfide epocali che si devono fronteggiare.
Von der Leyen meriterebbe almeno il forte sostegno del Parlamento europeo, che invece appare diviso tra gli schieramenti politici e i suoi esponenti più significativi.
Insomma, l’unità d’intenti che servirebbe, invocata da Ursula von der Leyen, per ora non si intravede.








