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[L’analisi] La crisi dell’euro. Ecco quanto ha perso nei confronti del dollaro. E quali sono i rischi

Le sanzioni imposte alla Russia hanno fatto avvicinare l’euro ai minimi dall’inizio del 2017, sotto quota 1,04 dollari. Le limitazioni russe contro 31 società energetiche di Paesi Ue, Usa e di Singapore hanno provocato interruzioni nelle forniture di gas all’Europa, rinnovando le preoccupazioni per un rallentamento economico nella zona euro. Le ricadute della guerra in Ucraina e il rally del dollaro alimentato dalle scommesse che la Federal Reserve effettuerà una serie di forti aumenti dei tassi di interesse per domare l’inflazione sono un pessimo cocktail per l’euro. Mentre gli investitori si aspettano che la Banca centrale europea alzerà i tassi dal territorio negativo quest’anno, i rendimenti della zona euro rimarranno indietro rispetto agli Stati Uniti con un margine significativo.

Le previsioni di investitori e analisti secondo cui l’euro potrebbe scendere alla parità con il dollaro stanno aumentando. Oggi l’euro è calato dello 0,1% a 1,0373 dollari, vicino al livello di 1,0354 dollari toccato giovedì, il minimo dall’inizio del 2017. Questa settimana la valuta europea ha perso l’1,6% rispetto al dollaro. «Nel brevissimo termine, è difficile vedere cosa cambierà il trend ribassista euro/dollaro», ha affermato Lee Hardman, analista valutario di Mufg.

Hardman ritiene che l’euro potrebbe scendere al di sotto della parità con il dollaro in poche settimane o addirittura giorni sulla scia di altre cattive notizie. «A meno che l’Ucraina non rischi di recedere, sarà molto difficile per l’euro salire molto più in alto». La Russia mercoledì ha imposto sanzioni alle filiali europee di Gazprom, di proprietà dello Stato. La Germania, il principale cliente di Mosca in Europa, ha affermato che alcune filiali di Gazprom Germania non hanno ricevuto gas a causa delle sanzioni.

Gli strateghi di Barclays hanno osservato che se la Russia chiudesse i rubinetti del gas l’euro/dollaro scenderebbe al di sotto della parità. «I nostri economisti stimano che uno stop totale delle forniture russe, combinato con il razionamento delle altre fonti energetiche, potrebbe intaccare il Pil della zona euro di oltre 5 punti percentuali in un anno», si legge in una nota. Giovedì l’indice del dollaro è salito dello 0,1% a 104,82, vicino al massimo degli ultimi due decenni a 104,92. Il rally del dollaro, sostenuto dalla fuga da asset rischiosi verso beni rifugio come il biglietto da parte di investitori preoccupati per l’inflazione galoppante e l’incertezza economica, ha colpito la maggior parte delle principali valute. 

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