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[L’analisi] I rincari dei materiali potranno essere pagati con i fondi non spesi del PNRR

Utilizzare i fondi del Pnrr assegnati ma non ancora adoperati per compensare, nell’ambito della stessa tipologia di progetti, l’effetto del caro materiali. Mentre in campagna elettorale si discute di eventuali future modifiche al Pnrr, il decreto aiuti ter mette in campo uno strumento di flessibilità che può contribuire a risolvere le criticità di questa fase di inflazione difficilmente controllabile. Una novità che sblocca intanto oltre un miliardo risparmiato a seguito delle gare sulla banda ultralarga predisposte dal ministero dell’Innovazione digitale, che saranno quindi spese nello stesso settore; ma la norma ha una valenza generale e quindi sarà usata anche in altri casi in cui si manifestino situazioni analoghe, rileva Il Messaggero.

L’articolo 31 del decreto prevede che «le risorse assegnate e non utilizzate per le procedure di affidamento di contratti pubblici, aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture ovvero la concessione di contributi pubblici relativi agli interventi del Pnrr possono essere utilizzate dalle amministrazioni titolari nell’ambito dei medesimi interventi per far fronte ai maggiori oneri derivanti dall’incremento dei prezzi delle materie prime, dei materiali, delle attrezzature, delle lavorazioni, dei carburanti e dell’energia».

Questa opzione viene per così dire aggiunta alla regola generale (contenuta nella legge di Bilancio per il 2021) che prevede un rigido vincolo di destinazione per le risorse finanziarie. Le altre norme relative al Pnrr toccano diversi settori. Viene affrontato il nodo delle procedure autorizzatorie: è previsto che le opere inserite nel programma nazionale per la gestione dei rifiuti «costituiscono interventi di pubblica utilità, indifferibili e urgenti». Una misura di semplificazione è stata inserita anche per quanto riguarda l’installazione delle colonnine di ricarica destinate alle auto elettriche.

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