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[L’analisi] Chi è Silvana Sciarra, la neo eletta Presidente della Corte Costituzionale

La neo eletta presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra è la prima donna eletta giudice   costituzionale dal Parlamento. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Bari, a partire dagli anni settanta ha avuto numerose occasioni di ricerca e insegnamento nelle università estere, negli Stati Uniti (Harvard Law School, Università della California a Los Angeles e Columbia Law School), nel Regno Unito (UCL, Cambridge e Warwick) e in Svezia (università di Stoccolma e di Lund). Ha ricevuto il dottorato in giurisprudenza honoris causa dall’Università di Stoccolma nel 2006 e nel 2012 dall’Università di Hasselt. 

Ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie dell’Università di Siena. Dal 1994 al 2003 ha ricoperto la cattedra di Diritto del Lavoro e Diritto Sociale Europeo presso l’Istituto Universitario Europeo. Direttore del Dipartimento di Diritto (1995-1996), ha coordinato il programma di Gender Studies (2002-2003).        

È stata co-direttrice della rivista Giornale di Diritto del Lavoro e di Relazioni Industriali. Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, è stata designata dal Consiglio   dell’Unione Europea membro del comitato che fornisce un parere sui candidati all’esercizio delle funzioni di giudice della Corte di   giustizia e del Tribunale e di avvocato generale della corte di   giustizia europea. E’ giudice della Corte costituzionale dal 2014 e vicepresidente dal 29 gennaio 2022.        

Silvana Sciarra ha redatto 159 decisioni come giudice costituzionale. Alcune delle pronunce più significative sono pubblicate sul sito della Consulta, nella pagina della Presidente.        

In materia di previdenza e di lavoro, pubblico e privato, si ricordano  la pronuncia che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del   blocco pluriennale della perequazione automatica per le pensioni di   più modesto importo (n. 70 del 2015); la sentenza che ha consentito la  ripresa della contrattazione economica collettiva nel settore del   lavoro pubblico, dopo il ‘blocco’ per risparmio di spesa (n. 178 del   2015); le decisioni che hanno inciso sui criteri di determinazione dell’indennità prevista per i licenziamenti illegittimi, al fine di   garantire un adeguato ristoro del concreto pregiudizio subito dal lavoratore e un’adeguata dissuasione del datore di lavoro dal licenziare illegittimamente (n. 194 del 2018, n. 150 del 2020).        

Si ricordano anche le pronunce che, in un proficuo confronto con la Corte di giustizia dell’Unione europea, hanno valorizzato una   prospettiva di integrazione degli strumenti di tutela dei diritti:   riconoscimento ai cittadini di Stati terzi di prestazioni di sicurezza sociale per famiglie disagiate (n. 54 del 2022) e l’assegno per il nucleo familiare (n. 67 del 2022). In tema di diritti fondamentali, si segnala la pronuncia che sollecita il legislatore a tutelare i diritti  dei figli in un nucleo familiare costituito da due madri (n. 32 del 2021). 

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