L’Ufficio Antifrode dell’Ue (Olaf) ha acceso i fari su possibili casi di abusi nella gestione dei fondi del Recovery Fund.
Ad annunciarlo sono stati gli stessi rappresentanti dell’agenzia europea in occasione della presentazione del report annuale sui casi di frode legati alla gestione dei fondi comunitari.
E la lente dell’Olaf questa volta non si è fermata alla spesa dei fondi ‘tradizionalmente’ elargiti dall’Ue, allargandosi anche a “possibili” abusi nell’amministrazione delle risorse dei Piani di Ripresa e Resilienza nazionali.
“Abbiamo aperto una serie di indagini” su casi specifici relativi ad “alcuni Stati membri”, ha spiegato l’Olaf senza precisare né il numero né il nome dei Paesi coinvolti.
Le preoccupazioni dell’agenzia Antifrode sfiorano dunque uno dei nodi del dibattito politico italiano di questi giorni: la possibilità che ci siano frodi nella gestione dei fondi del Pnrr e, è stato sottolineato, “il modo in cui sono stati progettati i sistemi di controllo”.
L’Olaf non ha poteri coercitivi, può solo raccomandare le azioni da intraprendere da parte delle autorità europee o nazionali, a seguito delle sue indagini.
Inchieste che, tuttavia, sono in crescita.
Nel suo report l’Olaf ha attestato di aver concluso 256 indagini nel 2022 (una ventina in più rispetto al 2021), perlopiù legate al recupero di fondi Ue.
Ha inoltre formulato 275 raccomandazioni, protetto 600 milioni di euro di denaro dei contribuenti europei, e raccomandato il recupero di 426,8 milioni di euro al bilancio comunitario.
L’Italia è seconda in Europa per il numero più alto di inchieste sulla gestione dei fondi comunitari, preceduta solo dall’Ungheria.
Le indagini antifrode a carico di Roma nel 2022 sono state 10, nove delle quali concluse con raccomandazioni alle autorità competenti.
Nella classifica stilata dall’Olaf, l’Italia è seguita dalla Polonia e dalla Francia.
L’azione dell’antifrode europea ha riguardato “accuse di collusione, manipolazione delle procedure di appalto, conflitti di interesse e fatture gonfiate”.
E, dall’anno scorso, ha toccato anche la gestione dei fondi Ue nell’ambito del Next Generation.
La valutazione della Commissione, infatti, non va oltre il raggiungimento dei target prestabiliti.
Con l’aggiunta del capitolo RepowerEu il fattore trasparenza sarà ancora più importante: il regolamento prevede infatti che i Paesi comunichino per iscritto i primi cento destinatari delle risorse previste per il piano sull’efficienza energetica che i 17 allegheranno ai propri Pnrr.
La lente dell’Olaf non si limita a sorvegliare le autorità dei singoli Paesi membri ma coinvolge eventuali comportamenti fraudolenti di membri delle istituzioni Ue.
“Anche un solo caso di frode sarebbe un caso di troppo.
I cittadini si aspettano i più elevati standard di condotta dalle loro istituzioni”, è l’ammonimento dell’Antifrode comunitaria.