Continua il percorso di approfondimento che l’Osservatorio Riparte l’Italia ha voluto dedicare al mondo della scuola. Oggi siamo in Sicilia, per intervistare l’Assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale della Regione Siciliana, Roberto Lagalla.
Assessore Lagalla, nell’inizio di Ripartenza che il nostro Paese ha vissuto a metà dello scorso anno, il mondo della scuola ha rivestito un ruolo di primaria importanza. Quale pensa potrà essere il ruolo che rivestirà quando, dopo l’emergenza sanitaria, si riavvierà l’intero sistema Paese, quindi con una ripartenza più strutturata e che tutti ci auguriamo essere più duratura nel tempo?
La scuola manterrà un ruolo fondamentale poiché l’istruzione e la formazione si pongono al centro del processo di costruzione dei nuovi modelli educativi che caratterizzeranno inevitabilmente la ripartenza del Paese e, in particolare, le transizioni ecologica e digitale. La pandemia ha trovato il mondo scolastico in affanno sul piano della “Didattica a distanza” che ha evidenziato irrisolti limiti, sia in termini di adeguatezza tecnologica che di alfabetizzazione informatica. Si è generato, comunque, un notevole sforzo per garantire l’attività e mettere gli studenti, indipendentemente dalle disuguaglianze sociali e dal correlato digital divide, nelle condizioni di proseguire il loro percorso formativo. L’iniziale situazione di difficoltà è servita a stimolare un forte impegno delle Regioni e dello Stato verso il mondo della scuola e le sue problematiche. È certo che tale ritrovata attenzione si rivelerà oltremodo utile nell’ottica di un’organica rifunzionalizzazione del sistema Paese.
In questi mesi si è molto dibattuto di alcuni temi strettamente legati al mondo della Scuola, come la Didattica a distanza, i Trasporti locali, il Digital Divide e lo stato delle infrastrutture scolastiche. Nel suo territorio, avete individuato iniziative o soluzioni utili a circoscrivere al meglio queste problematiche per poterle superare in maniera efficace?
Fin dall’inizio della pandemia, abbiamo tempestivamente attivato una task-force di esperti, aperta a tutti gli attori del “sistema scuola”,per individuare le problematiche esistenti a livello regionale ed elaborare soluzioni in grado di tutelare i giovani ed il loro percorso educativo. Il governo della Regione ha disposto investimenti per ampliare la dotazione tecnologica degli istituti, acquistare tablet e pc, con particolare attenzione ai soggetti in condizione di disagio economico e sociale; inoltre, abbiamo reso disponibile una piattaforma regionale per la didattica a distanza (continualascuola.it) ed attivato un percorso di formazione online sulla didattica digitale, rivolto in particolare agli insegnanti della scuola primaria e secondaria di primo grado.
Ancora, attraverso un’emittente televisiva regionale, sono stati erogati contenuti didattici, predisposti dagli istituti scolastici della Sicilia e coordinati dall’Ufficio Scolastico Regionale, per supportare gli studenti nella fase finale dello scorso anno scolastico e nella preparazione degli esami. Il governo regionale ha altresì incrementato le risorse statali destinate agli interventi anti-Covid e di edilizia leggera negli edifici scolastici.
Anche sul piano dei trasporti, grazie ad un intenso e proficuo dialogo con le istituzioni territoriali, si è operato per utilizzare al meglio le risorse, più recentemente messe a disposizione dallo Stato, per il rafforzamento del trasporto pubblico locale, con l’intuibile obiettivo di mitigare i rischi di contagio.
In totale, il governo regionale ha stanziato 120 milioni di euro per interventi straordinari in materia di istruzione e formazione professionale, destinati tanto al contrasto alla pandemia quanto a più durature ed efficaci iniziative per il superamento delle povertà educative e la modernizzazione del settore.
Nel 2021 arriveranno le risorse economiche stanziate dall’Unione Europea per far fronte all’emergenza mondiale. Come possono essere concretamente utilizzate queste risorse per mettere le basi per una vera ripartenza del mondo della scuola? Quali le priorità?
Grazie al Fondo Sociale Europeo (FSE), alle risorse già stanziate in via straordinaria dal governo regionale si aggiungeranno gli annunciati fondi UE che serviranno a consolidare gli interventi per il contrasto alla dispersione scolastica, in Sicilia ancora particolarmente rilevante, e per il potenziamento della scuola digitale, rafforzando il percorso, già intrapreso, verso una maggiore penetrazione delle tecnologie innovative nei processi educativi. Ulteriori investimenti saranno orientati all’edilizia scolastica, a sostegno di un vasto piano di riqualificazione e ammodernamento delle scuole siciliane, già largamente avviato ma comunque bisognoso di ulteriori ed ingenti risorse.
La Regione Sicilia è stata tra le prime a pianificare la vaccinazione del personale scolastico. Come sta andando la campagna? Ritenete che le vaccinazioni dei docenti avrà un impatto sulla possibilità di garantire le lezioni in presenza agli alunni delle scuole superiori?
In Sicilia, ogni iniziativa governativa avente ad oggetto lo svolgimento, in presenza o a distanza, delle attività didattiche è stata assunta in strettissima connessione con l’andamento dei dati epidemiologici e con lo stato del contagio, non solo su scala regionale ma con puntuale riferimento ai singoli comuni e ad ogni istituzione scolastica.
I protocolli adottati in materia di sicurezza sanitaria hanno consentito di mantenere a livelli particolarmente bassi, e nettamente inferiori a quelli registrati nella popolazione generale, le percentuali di contagio presso le istituzioni scolastiche dove il rapporto tra positività e numero di tamponi non ha mai superato il valore dell’1%, attestandosi ultimamente intorno allo 0,6%.
Dalla ripresa post- natalizia, è stata attivata una continuativa campagna di monitoraggio sanitario che, ad oggi, ha riguardato oltre 180.0000 soggetti, tra docenti ed alunni. Tutto ciò ha consentito la graduale elevazione della didattica in presenza fino al 75% dell’utenza scolastica superiore, e pari al 100% negli altri ordini e gradi di istruzione.
Ovviamente, la prudenza non è mai troppa e non è consentito abbassare la guardia, non potendosi escludere il ricorso ad ulteriori e più restrittive misure, in coincidenza con eventuali recrudescenze della diffusione infettiva, causate dalle varianti virali ultimamente circolanti.
In questo contesto, l’avviata campagna di vaccinazione dei docenti e del personale dell’istruzione statale e paritaria e della formazione professionale in obbligo scolastico non può che favorire ulteriormente il raggiungimento di standard sanitari auspicabilmente compatibili con una recuperata continuità delle attività didattico-formative in presenza.
Una delle sfide che ha lanciato il nuovo Governo è quella di garantire la presenza di tutti i docenti a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico. Qual è la situazione della Sicilia in questo senso? Come vi state muovendo per definire una stabilità sempre maggiore del corpo docenti?
La definizione degli organici in coincidenza con l’avvio dell’anno scolastico e la stabilità del corpo docente costituiscono due esigenze fondamentali, insieme alla sufficiente disponibilità di insegnanti di sostegno, per garantire continuità ed efficienza alla proposta educativa degli istituti scolastici.
Tuttavia, in Sicilia la situazione non è molto diversa da quella di altre grandi regioni italiane nelle quali, pur a fronte del grande impegno del Ministero e degli Uffici scolastici regionali, la complessità delle operazioni di assegnazione e mobilità dei docenti non sempre favorisce l’avvio delle lezioni in configurazione stabile.
Confidiamo, ovviamente, nell’ulteriore impegno delle istituzioni statali – che, al riguardo, hanno competenza esclusiva – e in sistemici processi di stabilizzazione degli organici, nonché in una sempre maggiore disponibilità di docenti di sostegno in possesso della richiesta abilitazione specifica.
Da parte nostra, come governo regionale, stiamo operando per mettere a disposizione del sistema scolastico regionale risorse aggiuntive, destinate a favorire un supplementare impegno di docenti e operatori scolastici in iniziative straordinarie di recupero degli apprendimenti e di superamento dei ritardi educativi, causati dalle interruzioni da Covid.19, da svolgersi in periodi ed orari extra-ordinamentali.
Sempre con riferimento ai docenti, il loro ruolo da un lato è fondamentale nella diffusione delle competenze, ma dall’altro ha presentato delle difficoltà per quanto riguarda la formazione necessaria per portare a compimento le sfide che l’epidemia ha imposto al mondo della scuola. In alcuni casi, esiste un problema di qualità del corpo docente? E in caso affermativo, come ritiene opportuno supportare tali situazioni?
Abbiamo già detto come la pandemia abbia trovato il sistema scolastico in affanno sul piano delle competenze digitali. Tuttavia, un simile giudizio non può essere riferito indistintamente a tutte le istituzioni scolastiche poiché, in non poche di queste, era maturata, già in epoca pre-COVID, una innovativa sensibilità verso il tema della “scuola digitale” alla quale, oggi, è necessario guardare con ottica più penetrante e con particolare attenzione ai relativi contenuti e ad un aggiornato approccio metodologico. Nella nostra esperienza, al di là degli aspetti tecnologici, le maggiori difficoltà si sono registrate presso la scuola primaria e, in misura minore, nelle secondarie di secondo grado.
Nella fase pandemica, in presenza di bisogni aventi carattere di urgenza, abbiamo operato con misure contingenti delle quali si è riferito in precedenza: queste hanno comunque consentito di sostenere la DAD, estendendone adeguatamente la diffusione, fino ad un livello di copertura dell’utenza pienamente coincidente con la media nazionale, così neutralizzando l’impatto negativo di un originario e condizionante digital divide.
Oggi è necessario rilanciare attraverso l’attuazione di azioni di sistema alle quali abbiamo destinato 15 milioni di euro, sui 120 stanziati per la scuola: di questi 10 sono finalizzati al potenziamento di infrastrutture e tecnologie ed i restanti 5 ad un progetto regionale di avanzamento delle competenze e conoscenze digitali, con particolare riferimento all’ ulteriore aggiornamento degli insegnanti ed alla sperimentazione di avanzate metodologie didattiche mediante uso di dispositivi informatici.
Con l’insediamento del nuovo Governo, è stato nominato come Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, quasi a voler dare una chiara indicazione a connettere il mondo della scuola con il mondo del lavoro. Come regione, come vi state muovendo su questo fronte?
Supportare il dialogo tra domanda e offerta di lavoro è imprescindibile per una piena ripresa economica. L’obiettivo è, quindi, quello di creare un nuovo equilibrio tra le richieste aziendali di innovativi profili professionali e competenze acquisite dai giovani durante il loro percorso formativo. In tale direzione, abbiamo potenziato le opportunità offerte dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori), ritenendoli un canale particolarmente valido per l’ingresso nel mondo del lavoro.
Inoltre, abbiamo potenziato i collegamenti tra università e impresa, tra mondo della scuola e della formazione professionale, attivando tirocini formativi, potenziando la formula dell’apprendistato e offrendo sostengo economico ai giovani, per l’acquisizione di nuove competenze attraverso master di I e II livello, in Italia e all’estero, corsi di specializzazione, corsi di lingua o per il conseguimento di patenti, brevetti e licenze. Infine, è in corso una iniziativa inedita per la nostra regione che prevede la co-gestione di percorsi formativi da parte di aziende ed enti di formazione, con l’obiettivo di supportare i processi di ammodernamento della produzione e di turn-over occupazionale delle imprese.
Un fenomeno che si è acuito durante l’emergenza sanitaria è stato quello dell’abbandono scolastico. In Sicilia state provando ad arginare questo fenomeno? In quale modo?
È certamente una delle nostre priorità. Il fenomeno della dispersione scolastica in Sicilia è risalito al 24%, a causa della sospensione delle attività didattiche in presenza, resa inevitabile dall’emergenza sanitaria in corso. Questo dato, purtroppo, rischia oggi di aggravarsi ulteriormente, annullando i promettenti risultati dell’ultimo biennio. Pertanto, abbiamo deciso di istituire un tavolo di lavoro, realizzato d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e l’Ufficio Scolastico Regionale (USR), per l’elaborazione di un “Piano straordinario per il contrasto alla dispersione scolastica e la povertà educativa per il triennio 2020-2022” al quale sono destinati 20 milioni di euro, cofinanziati dal PO-FESR.
Ci occuperemo dell’elaborazione di un progetto per il potenziamento del tempo pieno e del tempo prolungato e si guarderà ad una diversa articolazione delle attività didattiche nelle scuole elementari e medie, con l’intento di stimolare l’impegno dei ragazzi ed il coinvolgimento delle famiglie. Si tratta della aggiornata prosecuzione di un modello già sperimentalmente avviato lo scorso anno in 15 istituti scolastici, grazie al protocollo d’intesa siglato tra Regione e Ministero dell’Istruzione. Inoltre, saranno introdotte e rafforzate azioni di orientamento nel passaggio dalle scuole medie agli istituti superiori, valorizzando anche l’acquisizione di competenze e qualifiche professionali attraverso i percorsi di formazione professionale in obbligo scolastico (IeFP).
Si tratta, in conclusione, di un’organica pianificazione di multipli interventi che intendono favorire l’inclusione scolastica, fin dal segmento anagrafico 0-6 anni, e promuovere percorsi scolastici coerenti con le inclinazioni e le vocazioni individuali degli alunni, prevenendo l’abbandono e, a distanza di anni, la infelice crescita del numero dei NEET che, nella nostra regione, toccano percentuali oltremodo allarmanti.
Purtroppo la pandemia ha fatto emergere anche alcune profonde divisioni all’interno del nostro Paese. Da un lato il cosiddetto Digital Divide, che ha visto alcune parti del mondo della scuola particolarmente penalizzate da una digitalizzazione repentina a cui non erano preparate, dall’altra alcune situazione di disuguaglianza, come le minoranze etniche e le persone con disabilità, che sono state maggiormente colpite dalla chiusura delle scuole. Avete in cantiere delle proposte concrete per contrastare questi fenomeni?
Con la didattica a distanza sono emerse gravi disuguaglianze sociali e formative legate al digital divide, causa di un aggravarsi del fenomeno dell’abbandono scolastico e dell’isolamento dei soggetti con disabilità o in condizione di disagio personale e familiare. Su questi temi, come governo regionale, manteniamo alta l’attenzione sin dall’inizio della pandemia. A tal riguardo, è appena partito il progetto «Nessuno resta indietro. Percorsi per il recupero e il potenziamento in Sicilia», realizzato dall’assessorato regionale all’Istruzione, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e con le Università di Palermo e di Enna. Si tratta di un’attività di tutoraggio e di sostegno all’apprendimento espletata dagli studenti universitari a sostegno degli alunni più “fragili” delle scuole elementari e medie.
Questa iniziativa si propone di mettere a punto un modello sostenibile, con strategie e strumenti innovativi di recupero e potenziamento, per contrastare, nei bambini in difficoltà, gli effetti a breve e a lungo termine della chiusura delle scuole e dell’attuale ripartenza. Inoltre, a decorrere dal prossimo aprile e fino a settembre, intendiamo coinvolgere le scuole siciliane in un programma di recupero degli apprendimenti perduti nel corso della pandemia, prevedendo anche forme diverse di intrattenimento scolastico nel periodo estivo.
Infine, il nostro Osservatorio ha elaborato, nel Paper presentato prima del periodo Natalizio, cinque proposte concrete per far ripartire il mondo della scuola (consultabili qui). Potrebbe commentarle e, nel caso, integrarle? Le ritiene attuabili nel suo territorio?
Le proposte del vostro Osservatorio sono esattamente coincidenti con gli obiettivi individuati dal nostro governo regionale in tema di scuola. In generale, ritengo che questa pandemia possa rappresentare paradossalmente una opportunità, cioè quella di riconsiderare finalmente il ruolo della scuola, come motore fondamentale per lo sviluppo del Paese. Investire, quindi, sull’edilizia scolastica, sulla digitalizzazione, sulla formazione continua degli insegnanti, sulle nuove metodologie di apprendimento e sull’innalzamento del livello delle competenze, per contrastare l’impoverimento educativo delle giovani generazioni, costituiscono azioni indispensabili verso le quali ogni regione, oggi più che mai, deve orientare la propria azione politica.