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La trappola dell’ideologia energetica blocca la transizione ecologica | L’analisi

Scrive Nicola Saldutti sul Corriere della Sera che ci sono alcune cose sulla transizione ecologica che, ogni tanto, andrebbero prese in considerazione.

Prima tra tutte il fatto che la riduzione dell’anidride carbonica nell’aria è una priorità assoluta, naturalmente, ma che non dovrebbe avere nulla di ideologico.

Allo stesso modo la decisione europea di dire addio alle auto diesel e benzina dal 2035 rientra tra le vie considerate necessarie per ridurre l’impatto sul Pianeta.

A patto che però la scelta non diventi ideologica.

Certo, è dimostrato come i veicoli a motore, soprattutto con le vecchie tecnologie, siano stati fortemente inquinanti.

Anche il riscaldamento delle case non è stato da meno.

Poi la tecnologia ha cominciato a produrre risultati.

Ed è proprio intorno all’innovazione che bisognerebbe avere il coraggio di ragionare in modo laico.

Vale la pena ricordare che i primi veicoli elettrici non sono, come molti immaginano, le Tesla, ma risalgono all’Esposizione Universale di Parigi del 1867.

Nella competizione tecnologica e produttiva, però vinse il motore a scoppio.

Fu un bene per l’industria e per la mobilità, non per il Pianeta, certo.

Ecco, probabilmente la via maestra sarebbe quella di lasciare più spazio alla competizione tra le tecnologie, dal momento che ormai appare evidente a tutti che bisognerà avere come priorità assoluta la riduzione della Co2.

L’Europa parla di «tecnologia neutra» ma probabilmente si dovrà lavorare ancora per renderla davvero tale.

Una fonte autorevole, come l’International Energy Agency ha di recente affermato che raggiungere gli obiettivi climatici al 2050 sarà possibile solo con tecnologie che oggi non sono ancora mature.

Perciò tenere più opzioni aperte è la via per la sostenibilità competitiva, la trappola dell’ideologia energetica ci farebbe perdere molte occasioni.

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