L’inverno 2025/2026 apre una nuova fase per la montagna bianca italiana, che l’Osservatorio italiano del turismo montano di JFC definisce transaction time: un periodo di transizione verso il 2030, in cui la competitività delle destinazioni dipenderà dalla capacità di coniugare qualità, sostenibilità e innovazione.
Un periodo nel quale si assiste a un cambiamento nelle abitudini dei viaggiatori: maggiore attenzione alla spesa, minore disponibilità economica, ma un desiderio crescente di esperienze autentiche, coerenti con i propri valori.
È quanto emerge dalla presentazione dell’Osservatorio italiano del turismo montano JFC di oggi.
Dopo il quadriennio di ripresa post-pandemica (2022-2025), il turismo entra ora in una fase di maturità e riequilibrio, con segnali di stabilità e un nuovo modo di vivere la vacanza.
“L’inverno 2025/2026 – afferma Massimo Feruzzi, ceo di JFC e responsabile dell’Osservatorio italiano del turismo montano – si preannuncia positivo ma non euforico. Sarà una stagione di crescita contenuta ma solida: +3,8% di presenze complessive, grazie al forte incremento degli ospiti stranieri (tra +8% e +8,8%) che compenserà la riduzione delle presenze italiane (-3,9%) e il consistente calo dei giornalieri (-14,5%).
Il fatturato complessivo della filiera della montagna bianca italiana raggiungerà i 12 miliardi e 101 milioni di euro, con un incremento del +3,6% rispetto alla scorsa stagione.
Un risultato che conferma la solidità del comparto e la capacità della montagna italiana di bilanciare qualità e sostenibilità in un contesto economico complesso”.
“Sicuramente interessante – ammette – la tendenza che vede aumentare l’interesse, da parte dei nostri connazionali, per periodi non canonici, come pure un anticipo sulle prenotazioni: il 38,9% di coloro che hanno deciso di fare una vacanza in montagna ha già prenotato”.








