Con un atteggiamento che, senza voler usare toni polemici, appare tuttavia schizofrenico, il nostro Governo, negli stessi giorni in cui assumeva impegni (anche di spesa) per Caivano, escludeva dal PNRR 5,6 miliardi destinati alle periferie urbane del Mezzogiorno. Io non credo che gli interventi infrastrutturali nelle periferie siano decisivi: in quei territori, veri e propri concentrati del disagio sociale, anzi della segregazione sociale, sono soprattutto necessari interventi direttamente riferiti a colpire le situazioni di disagio (devianze, povertà educativa, carenza cronica o impossibilità di fruire di elementari servizi sociali).
Ma, in ogni caso, anche interventi infrastrutturali in quartieri difficili avrebbero determinato qualche vantaggio e avrebbero dato il segno di un’attenzione strutturale , e non episodica ed emotiva, a questo grave problema. Ovviamente la decisione è che i progetti di rigenerazione urbana che i Comuni stavano predisponendo verranno finanziati dai Fondi europei. Questo significa che si perde il carattere di aggiuntività di quelle risorse, che la quota di risorse destinate dal PNRR al Sud diminuisce, ma soprattutto che quei progetti che, finanziati dal PNRR, avrebbero dovuto essere realizzati entro il 2026 non avranno più stringenti vincoli temporali. Insomma, un’occasione persa.