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La politica della BCE non porta da nessuna parte | Lo scenario

Sul Sole 24 Ore Donato Masciandaro definisce le mosse della Bce come quelle del “criceto che corre sulla ruota, ma è sempre fermo”: “La Banca centrale europea – spiega l’economista – assomiglia sempre più al criceto: dopo otto mesi di politica monetaria al buio, le prospettive inflazionistiche sono peggiorate, quelle sulla crescita economiche pure, e, da ultimo, l’incertezza sui mercati finanziari e bancari è aumentata.

E cosa fa la Bce? Invece di chiedersi se sta sbagliando qualcosa, o almeno sia il caso, per prudenza, di fermarsi, continua a fare rialzi, ma senza dire cosa farà dopo.

Come sempre, il problema non è il rialzo in sé, ma la completa assenza di trasparenza.

Allora occorre guardare i dati sulle proiezioni macroeconomiche, e ricordare su cosa sono basate: sulle aspettative dei mercati.

Le aspettative dei mercati sono a loro volte fondate sugli annunzi di politica monetaria.

Se l’annuncio è chiaro, completo e credibile – dice Masciandaro – le aspettative vengono influenzate nella direzione auspicata dalla Banca centrale: è il cosiddetto effetto Ulisse.

Se invece la Banca centrale adotta la strategia scelta a partire dallo scorso luglio dalla Bce, smettendo di indicare il percorso futuro dei tassi, diventa un volano di incertezza, innescando rischi di volatilità: è l’effetto Delfi.

Il risultato finale di una politica monetaria alla Delfi è che l’inflazione attesa peggiora, ed i costi economici della politica monetaria restrittiva aumentano.

In una situazione di questo tipo, sarebbe naturale attendersi una riflessione dalla Banca centrale che ha messo in atto una politica monetaria inefficace su quello che è accaduto, e soprattutto su quello che non è accaduto.

Ma non basta: la Bce ammette che le previsioni su cui sta prendendo le sue decisioni sono datate. Sono stime che si fermano alla fine di febbraio.

Peccato che – per stessa ammissione della presidente Christine Lagarde – in queste due prime settimane di marzo è accaduto, e sta accadendo, di tutto sui mercati bancari e finanziari.Una seconda ragione per essere prudenti.

Ma il cortocircuito decisionale non si ferma qui. Durante la conferenza stampa – conclude – di fronte a quesiti che mettevano giustamente in luce come, nel breve periodo, può emergere un ovvio dilemma nel disegno della politica monetaria tra la tutela della stabilità monetaria e quello della stabilità finanziaria, la presidente Lagarde non ha trovato di meglio che negare l’esistenza del dilemma in questione”.

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