Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

La mancata “remuntada” e altri errori di comunicazione della sinistra | L’analisi di Mario Sechi

Nella prima pagina, del primo capitolo, del primo libro del manuale della comunicazione politica, ricorda su Libero Mario Sechi, c’è una legge sacra: mai trasformare una battaglia incerta in una guerra.

Il campo largo ha fatto l’opposto: ha raccontato che dal voto nelle Marche partiva la remuntada della sinistra. Se racconti in giro che l’elezione in una Regione è un test nazionale (non lo è quasi mai) devi essere sicuro di vincere.

E invece prima hanno dato al voto marchigiano il peso di un immaginario Swing State americano, un tragicomico Ohio inesistente da Pesaro a Ascoli Piceno; poi, in preda alla febbre della Flotilla, hanno messo sui binari delle Marche un treno per Gaza. Surreale.

Pronti a dire che il vento è cambiato si sono ritrovati con il morale sotto i tacchi e Giorgia Meloni che si complimenta con Francesco Acquaroli per la larga vittoria contro Matteo Ricci (52 a 44).

La sinistra è finita sugli scogli della realtà, può vincere ancora nelle Regioni rosse e nei feudi dei cacicchi, ma complessivamente perde la sfida con un centrodestra che ispira più fiducia, perché si presenta unito e ha la leva del governo.

Qualche appunto rapido, per sapere, per capire:

  1. Il campo largo non assicura la vittoria contro il centrodestra. Bisogna sempre ricordare che 2 + 2 in politica non fa mai 4, può fare 5, ma spesso fa 3.
  2. Le elezioni si vincono con le maggioranze silenziose, non con le minoranze rumorose. Mai dimenticare Pietro Nenni: piazze piene, urne vuote.
  3. La guerra a Gaza non trascina gli italiani alle urne, al massimo li divide (trasversalmente) e, in ogni caso, diventa un tema da respingere quando si trasforma in antisemitismo e settarismo, collateralismo con i tagliagole di Hamas, guerriglia urbana e tragicomica crociera che veleggia verso la guerra.
  4. Il discorso pubblico anti-occidentale è trendy nelle redazioni, nei salotti, nell’establishment con la pancia piena (e il cervello vuoto), ma una politica popolare (e non populista) parla di pane e lavoro, industria e welfare, riforma fiscale e commercio, stop all’immigrazione e più sicurezza.

È l’azione quotidiana del governo Meloni, una forza tranquilla.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.