L’azienda vinicola Jamin è la prima in Italia ad aver sperimentato la conservazione in mare del vino, a cui viene applicato un rigoroso metodo scientifico con tecnologia isobarica, affinando così i vini di diverse etichette. Nel mondo del vino e dei distillati questo un nuovo metodo di cantinamento subacqueo innovativo e sostenibile, è stato già attuato, oltre che in Italia, anche in Francia, Spagna, Grecia, Croazia, Stati Uniti, Cile, Sud Africa ed Australia.
L’azienda di Santa Margherita Ligure, entrata nel mercato nel 2018, si è affermata nel panorama enologico internazionale, creando il primo Champagne Aop under water, affinato in condizione di iso-pressione nei fondali protetti di Portofino, ad una profondità di 52 metri. Un metodo innovativo che consente al vino, sott’acqua, di evolvere le sue caratteristiche grazie a fattori fisici unici, alcuni dei quali difficilmente riproducibili in cantina, quali pressione, moto delle correnti marine, temperatura costante e assenza di luce.
Inoltre, questa tecnica permette di conservare inalterate più a lungo le caratteristiche inconfondibili dei singoli vini, aspetto di primaria importanza specie nell’attuale contesto pandemico, in cui le cantine soffrono di numerosi invenduti.
L’azienda genovese ha lanciato di recente la sua prima campagna di equity crowdfunding (su Mamacrowd) raccogliendo in pochi giorni 290mila euro e superando così l’obiettivo minimo di raccolta di 200mila nell’ambito di una raccolta totale di 600 mila euro che mira ad incrementare le attività di ricerca e sviluppo (in convenzione con il Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie dell’Università di Firenze), ampliare i servizi alle cantine, realizzare una “carta” degli “under water wines” e consolidare la propria presenza sul mercato internazionale.
Prevista anche l’implementazione di tecnologie contro la contraffazione con lo sviluppo di chip e criptature blockchain per proteggere l’unicità e l’origine di ogni bottiglia depositata sui fondali marini.
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