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Il nuovo Fisco vuole attrarre i Paperoni | Lo scenario

«L’Italia è sicuramente un paese attrattivo», dice il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo galvanizzato dal successo della presentazione agli investitori inglesi della sua riforma fiscale. Pecunia, si sa, non olet. Attirare denaro nuovo è una sfida che già da diversi anni mette i Pesi Europei in competizione gli uni contro gli altri per attrarre capitali e investimenti stranieri corteggiati a suon di agevolazioni, detassazioni e favori fiscali. Ora anche l’Italia vuole mettersi d’impegno nell’agone, forte dei suoi atout.

Abbiamo clima e alimentazione buona, questo si sa, ci si può aggiungere bei paesaggi, borghi ameni e una popolazione amichevole. Dal punto di vista fiscale già qualcosa si è fatto per favorire chi sceglie il bel Paese. «Abbiamo un regime fiscale favorevole per le persone fisiche che arrivano dall’estero», spiega Leo, con aliquote favorevoli per i neo-residenti o gli ex “cervelli in fuga” tornati a casa. «Allora perché non pensare una cooperative compliance per quei soggetti abbastanza solidi dal punto di vista finanziario?» si chiede il viceministro. Finora la cooperative compliance, o “accordo preventivo” – cioè il regime fiscale premiale per le società che decidono di avvalersi ex ante della collaborazione dell’Agenzia delle Entrate nel gestire il rischio fiscale – è aperto per le società e le imprese che hanno un giro d’affari superiore al miliardo di euro.

L’adempimento collaborativo, è «uno strumento molto importante» su cui «si punta molto» aggiunge il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini. Ma per ampliarlo, e ampliarlo anche a soggetti esteri, è necessario potenziare il personale e la capacità dell’amministrazione finanziaria di essere in grado di accogliere nuove istanze. Al momento sono 90 società ammesse in questo regime, fra queste 15 hanno aderito all’accordo preventivo nel solo 2022.

«Non dobbiamo vedere i neo-Paperoni come ostili, è gente che porta i soldi in Italia fa crescere il nostro Paese», assicura Maurizio Leo che, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e il suo direttore Ernesto Maria Ruffini sta lavorando a un nuovo schema di “cooperative compliance” ad hoc per i ricchi che vorrebbero prendere residenza nel bel Paese, ma che temono di ritrovarsi qualche rischio e peso fiscale di troppo. Con un “Accordo preventivo” fatto su misura per loro, grandi sportivi, attori, musicisti, e redditieri sopra il miliardo potrebbero rompere gli indugi. Gli àmbiti di “compliance” potrebbero essere, ipotizza Leo, gli investimenti in criptovalute (tanto amate perché di fatto eludono il fisco di qualunque Stato), le quote in un trust all’estero, e imposte di successione. Chissà un giorno anche George Clooney, Madonna o Mbappé potrebbero scegliere la dolce vita, anche fiscale, offerta dall’Italia.

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