Il calo delle nascite “è un problema strutturale, non solo italiano”, con l’invecchiamento della popolazione che comporta “rischi sulla sostenibilità del debito pubblico”.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, affronta numerosi temi durante la sua audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica. Contrastare il declino demografico è del resto “un obiettivo politico che il governo si è posto sin dal suo insediamento”, ha sottolineato Giorgetti, definendo “drammatica” la dinamica dello spopolamento – in particolare nelle aree interne del Paese – e sferzando la classe politica su un tema “che tutti hanno presente, ma che si tende deliberatamente ad accantonare”.
Il ministro dell’Economia ha segnalato, sul fronte operativo, l’intenzione del governo di rivedere alcuni parametri ISEE, che potrebbero essere “non più idonei a misurare l’effettiva situazione delle famiglie in un contesto che nel tempo si è profondamente trasformato”. Una scelta che ha l’obiettivo di migliorare “l’efficacia di strumenti a sostegno della famiglia”, come l’Assegno Unico.
Giorgetti si è poi soffermato sul tema della stabilità macroeconomica, specificando come l’invecchiamento della popolazione e le sue ricadute sulla spesa sociale siano sempre più impattanti “sulle valutazioni relative alla sostenibilità del debito pubblico”, anche da parte delle agenzie di rating.
Poi si è espresso sul tema scuola, dove si segnala un calo del 5,2% degli studenti tra gli anni scolastici 2018-19 e 2022-23: elemento che spinge il ministro “a un ripensamento in chiave prospettica di strutture, personale e spesa per l’istruzione”, tre variabili su cui “di fronte a un ridimensionamento quantitativo” sarà necessario “puntare a una migliore qualità”.
Giorgetti ha infine preso parola anche su un tema di respiro europeo, vale a dire le “politiche di attrazione” che sono state avviate da diversi Paesi “per creare sconti fiscali in merito ai cambiamenti di residenza”.
Secondo Giorgetti, non si può accettare che si lasci “una sorta di far west incontrollato”, al fine di evitare che “economie più sviluppate tenderanno ad attrarre le risorse e le qualità migliori, creando e alimentando ulteriori gap tra Paesi, situazioni e realtà”.








