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Il declino demografico dell’Europa | L’analisi di Stefano Micossi

“La commissaria europea Dubravka Suika, vicepresidente per la democrazia e la demografia – in prossima scadenza come tutta la Commissione – lascia l’incarico lanciando ancora una volta l’allarme per il calo demografico del continente che nei prossimi vent’anni assumerà proporzioni drammatiche.

In anticipo sulle previsioni, la popolazione in età di lavoro (20-64 anni) è scesa a circa 260 milioni, dal picco di 270 milioni nel 2011.

“Il suo peso sulla popolazione totale è sceso al 58%, dal 61.4 del primo decennio di questo millennio”.

Parte da questi dati l’economista Stefano Micossi, dalle colonne del magazine digitale Inpiù per analizzare un fenomeno preoccupante che pare inarrestabile.

“Anche se la crescita della popolazione rallenta ovunque, l’Europa è l’unica area del mondo in declino assoluto in questa parte della popolazione.

Il declino è particolarmente forte in Germania e in Italia (e, fuori dall’Europa, in Giappone).

La Commissione europea prevede che il totale delle ore lavorate sia destinato a cadere già nel prossimo quinquennio (mentre tuttora continua a salire negli Stati Uniti).

Naturalmente, servirebbero più immigrati, ma la resistenza politica a questa soluzione cresce in tutta Europa.

Il declino demografico è previsto giocare un ruolo crescente nella perdita di terreno dell’economia europea rispetto a quella Usa, ma anche rispetto alle parti più dinamiche del resto del mondo, soprattutto l’India.

Il problema è ben noto ai governi (incluso quello italiano), che hanno anche avviato politiche per la natalità.

Ma gli sforzi in atto sembrano molto inferiori a quel che servirebbe – e in ogni caso gli effetti delle politiche pro-natalità si producono lentamente.

Insomma, facciamo troppo poco per correggere queste tendenze, che aggiungono il carico da novanta al declino inarrestabile dell’Europa” conclude Micossi.

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