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Ignazio Visco: “Il calo della natalità impatta sulla sostenibilità finanziaria”

“La tendenza in atto in Europa e in altri Paesi avanzati, Germania, Giappone, Italia in primis, all’invecchiamento progressivo della popolazione, che è conseguente all’innalzamento della vita media, ma anche alla strutturale riduzione della natalità, porta con sé questioni rilevanti di sostenibilità finanziaria, che interessano le prestazioni pensionistiche, le spese sanitarie, l’assistenza agli anziani”. A dirlo è il già governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso del suo intervento al Feuromed a Napoli.

“La necessità di generare livelli di risorse adeguati a sostenerli – aggiunge – si confronta con la previsione di una forte riduzione della popolazione in età attiva. Bisognerà, quindi, accrescere la partecipazione al lavoro, particolarmente bassa per i giovani e le donne in Italia, innalzando l’età pensionabile, aumentare l’afflusso di lavoratori stranieri, è stato osservato, la co-integrazione nel contesto non solo nazionale ma europeo costituisce anch’essa una sfida inevitabilmente comune”.

L’Ue è impreparata sulla geopolitica e contro l’inverno demografico

“Nel suo complesso, l’Unione europea appare oggi ancora impreparata non solo a definire il proprio ruolo sul piano geopolitico, ma anche a predisporre e a mettere in atto una strategia adeguata a contenere le conseguenze dell’inverno demografico, che non è solo nostro ma è dell’Europa e direi dei Paesi avanzati”, commenta già governatore della Banca d’Italia.

“Bisogna anche, però, contrastare – aggiunge – l’ampliamento di un gap tecnologico tra l’Europa e, non solo gli Stati Uniti, che rischia di crescere. A fronte dei rischi di frammentazione economica a livello globale e conseguenti ai conflitti in corso ma anche precedenti per tentativi anche di protezione delle singole economie Stati Uniti sicuramente non sono solamente adesso, ma da tempo attenti alla concorrenza con la Cina e in primis, la risposta di fronte a questa frammentazione non può che andare nella direzione di una maggiore integrazione in Europa”. “Il cammino – conclude Visco – resta difficile”.

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