Il 26 luglio 2022 a Casina di Macchia Madama, sopra lo stradone che sovrasta lo Stadio Olimpico a Roma, erano in molti a ipotizzare che uno degli invitati di punta alla festa di compleanno di Gianfranco Rotondi, democristiano di lungo corso e oggi deputato di Fratelli d’Italia, sarebbe stato il prossimo governatore della Banca d’Italia.
La cronaca della serata riportava un siparietto.
Seduti una di fronte all’altro discorrevano tra loro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all’epoca soltanto leader di Fdi, e Fabio Panetta, già vicedirettore generale di Bankitalia, ora componente del comitato esecutivo della Bce, indicato martedì 27 giugno quale nuovo numero uno di Via Nazionale e successore di Ignazio Visco, giunto quasi al termine del suo lungo doppio mandato iniziato nel novembre 2011.
Il governatore uscente è peraltro l’unico componente del direttorio in scadenza quest’anno.
Piero Cipollone scadrà nel 2026, Paolo Angelini nel 2027, Alessandra Perrazzelli nel 2025 e così Luigi Federico Signorini, direttore generale e in quanto tale presidente dell’Ivass.
La frequentazione tra Panetta e Rotondi è di lunga data.
“La sua formazione culturale è democristiana”, dice di lui il deputato di Avellino che con il fratello del governatore in pectore, Giovanni, già parlamentare tra il 1996 e fino alla sua morte nel 1999 a soli 43 anni, ha condiviso la militanza nel Centro cristiano democratico.
Anche il padre Paolino era politico.
Prima sindaco democristiano di Pescosolido, al confine tra il Lazio e l’Abruzzo, e poi capo di gabinetto di due ministri nel governo presieduto dal repubblicano Giovanni Spadolini.
Un governatore quindi più politico o che almeno è cresciuto a contatto con la politica.
Assieme a Sergio Nicoletti Altimari e Massimo Rostagno è indicato come uno dei Draghi boys.
Il primo oggi è a capo del dipartimento Economia e Statistica di Via Nazionale, dopo essere stato dal 2015 al 2021 direttore Generale per la Politica Macroprudenziale e la Stabilità Finanziaria della Banca Centrale Europea e in tale veste presidente del Comitato per la Stabilità Finanziaria dell’Eurosistema e del Macroprudential Policy Group del Comitato di Basilea.
Suo vice nel dipartimento, fino a tutto il 2019 è stato Luigi Cannari, oggi a capo per i Mercati e Sistemi di pagamento e nel 2006 curatore, assieme a Panetta del volume Sistema Finanziario e il Mezzogiorno.
Rostagno è invece direttore generale per la Politica Monetaria dell’Eurotower.
Sempre a Francoforte il componente italiano del comitato esecutivo della Bce, ruolo che ora Roma è intenzionata a mantenere, ha potuto contare sulla collaborazione di Silvia Margiocco, uno dei ponti tra l’istituzione e la stampa in quanto addetta alla comunicazione dell’Eurotower.
Una delle prime preoccupazioni del governo dopo la designazione di Panetta sarà mantenere un piede nel board della Bce, all’interno del quale il successore di Visco a Palazzo Koch si è ritagliato un profilo da colomba, esortando a un approccio prudente e pragmatico sulla politica monetaria e i tassi di interesse.
Più o meno ciò su cui batte il governo Meloni anche se con toni e accenti diversi.
“La cura rischia di essere più dannosa del male.
C’è il rischio che gli incrementi colpiscano più duramente le nostre economie dell’inflazione”, è il messaggio della premier.
Per Panetta l’intervento per frenare la corsa dei prezzi è invece “doveroso”, ma dovranno essere tenute in conto le conseguenze più generali delle decisioni sui tassi.
La possibilità che l’Italia possa contare su un proprio componente nel comitato esecutivo della Banca Centrale Europea quando in autunno Panetta tornerà in Banca d’Italia da governatore è data nella natura delle cose, anche se non c’è la certezza al 100%.
Certo non possono essere sottovalutati i tentativi di Paesi più piccoli di contare all’interno del comitato esecutivo e di formare maggioranze di blocco.
Tutti i componenti sono nominati dal Consiglio europeo, quindi dai governi che deliberano a maggioranza qualificata.
Prima della designazione il Consiglio europeo consulta sia il comitato direttivo della Bce, composto dai governatori delle banche centrali dei Paesi dell’area euro, sia il Parlamento Ue.
Una delle considerazioni che comunque circolano tra gli addetti ai lavori è che i partner europei non potranno dire no a una buona candidatura avanzata da Roma.
Tra le più solide per il dopo Panetta all’Eurotower, che avrà voce in merito, è quella di Cipollone, dal primo gennaio 2020 vicedirettore generale in Via Nazionale, dove, tra gli altri incarichi segue gli sviluppo dell’euro digitale.
L’eventuale passaggio di Cipollone a Francoforte potrebbe portare a movimenti interni a Palazzo Koch, dove dal 2020 il coordinamento sulle tematiche Fintech è affidato a Massimo Doria, da dicembre 2022 vice Capo del dipartimento Circolazione monetaria e pagamenti al dettaglio con l’incarico di responsabile del Centro per l’innovazione Milano Hub.
In alcune cancellerie per il dopo Panetta circola anche l’ipotesi Daniele Franco.
Una candidatura dell’ex ministro dell’Economia è in campo, ma non per la Bce.
L’ex direttore generale di Bankitalia, già Ragionerie generale dello Stato, è il nome su cui l’Italia punta per la successione al tedesco Werner Hoyer alla presidenza della Banca europea per gli investimenti.
Nome di peso che si contrapporrà a un’altra candidatura di spessore, quella della commissaria europea alla Concorrenza, nonché vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Margareth Vestager.
Altre due candidature ufficializzate sono quelle della vicepresidente polacca della Bei, Teresa Czerwisnka e del collega svedese, Thomas stros, mentre si attende il nome scelto dalla Spagna.
Per l’Italia quindi si conferma la scuola Via Nazionale, cantera, come sono chiamati i vivai delle squadre di calcio spagnole, Barcellona in testa, della classe dirigente che il Paese può esportare anche in Europa.