Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Francesco Guerrera (la Repubblica): «Dopo il Quirinale si torna a lavorare sulle urgenze del Paese»

Dopo le elezioni del Quirinale, la politica torna a farsi da parte. La palla torna al premier Mario Draghi, «perché l’economia, i mercati e l’Europa lo esigono e perché ci sono scadenze importanti che non attenderanno il lento spostamento delle placche tettoniche di Montecitorio». A parlarne è Francesco Guerrera.

«A ribadire l’urgenza della situazione è stato proprio Draghi nel Consiglio dei ministri di ieri, parlando direttamente ai membri del suo governo e indirettamente a leader di partito che, alla fine dei conti, gli hanno impedito di salire al Colle. Mattarella, sono le tre priorità di ieri: uscire dalla pandemia, continuare la ripresa economica e colmare i divari sociali del Paese».

«Temi seri che devono essere affrontati al più presto. L’Italia ci arriva in una duplice posizione di forza conferitagli dalla potentissima crescita del 2021 e dal consenso degli investitori al dream team Mattarella-Draghi per almeno un altro anno. Attenzione, però, a non contare troppo sulla “fiducia dei mercati” perché i signori e le signore del denaro hanno la memoria corta e i nervi fragili», prosegue.

«L’obiettivo principale del premier in questo momento» spiega l’editorialista «è comunicare ai ministri, ai cittadini e alle Borse che il lavoro di Palazzo Chigi non può essere fatto deragliare dall’inevitabile instabilità politica di una campagna elettorale già in pieno svolgimento. È in questa chiave di “fine della ricreazione” che va letta la decisione di Draghi di dare i compiti a casa ai ministri, chiedendo loro una dettagliata analisi, da presentare già domani, di cosa funziona e cosa non funziona nelle loro porzioni di Pnrr. Come a dire: “testa bassa e lavorare”».

«Gli ostacoli su questa strada di ritorno alla normalità sociale e mantenimento dell’eccezionalità economica sono di fattura sia esterna che interna. Il caro-bollette, fomentato da un mercato dell’energia mondiale in grande tumulto e da una pentola geopolitica in ebollizione, soprattutto in Ucraina ma anche in Medio Oriente e Cina, è un vero rompicapo per Draghi e i suoi. L’incognita più grande, e più temuta dai mercati, è proprio quella che Draghi ha voluto scongiurare ieri: un’infiltrazione della politica elettorale nel lavoro del governo. Qui» conclude «gli investitori contano sul potere dei doppi garanti, uno a Palazzo Chigi e l’altro al Quirinale».

Per saperne di più:

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.