Giuseppe Caia, Consulente giuridico del Ministro degli Interni, è intervenuto agli Stati Generali della Ripartenza organizzati dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 29 e 30 novembre 2024 a Bologna.
Ecco un estratto del suo intervento al panel centrato sul tema “Autonomia e sistema sanitario“, moderato dal giornalista e direttore dell’Osservatorio Riparte l’Italia Giuseppe Caporale.
“Io partirei da uno spunto che mi è offerto dal sottotitolo di questo importante evento il sottotitolo recita per un recupero dello spirito di unità e qui allora, in relazione al tema di questa tavola rotonda, mi viene alla mente quali furono le leggi approvate nel 1865 quando si dovevano determinare le condizioni amministrative dell’unità d’Italia. Ebbene le prime due tra queste leggi erano rispettivamente dedicate agli enti locali comuni e province e alla sanità e igiene pubblica, le altre riguardavano le opere pubbliche, la sicurezza e la tutela del cittadino quindi è del tutto evidente che i temi che sono oggetto di questa tavola rotonda “Autonomia e sanità” sono temi centrali nel tessuto di ogni ordinamento.
In particolare all’epoca si trattava di fare l’Italia unita, oggi si tratta di ripartire in maniera coerente, efficace, credibile, duratura, come dice la Corte Costituzionale, tutte le volte in cui si trova ad affrontare tematiche che riguardano riforme complessive. Ebbene le leggi destinate ad operare una riforma devono essere leggi organiche, unitarie e coerenti, destinate a durare nel tempo. Purtroppo da decenni si è costretti ad affrontare in maniera frammentaria i problemi e forse questa è la problematica delle problematiche.
Abbiamo un documento molto importante: il piano strutturale di bilancio di medio termine 2025 – 2029. Perchè lo cito? Perchè questo documento, al di là di indicazioni di tipo macroeconomico, indica le riforme strutturali, le riforme che devono accompagnare il rilancio e il potenziamento. Fra queste riforme strutturali troviamo la revisione del testo unico degli enti locali e troviamo le misure in materia di riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza territoriale nel servizio sanitario nazionale e dell’assistenza ospedaliera. Quindi è evidente che questi temi vanno affrontati in maniera organica.
Le riforme potrebbero essere di innovazione o anche semplicemente di sistemazione e razionalizzazione perchè anche di questo c’è bisogno. Allora sotto questo profilo cercherò in termini molto rapidi ovviamente di dare alcuni riferimenti. Dell’autonomia differenziata non vorrei parlare, ma non per la ragione che è enunciata nella famosa settima proposizione del trattato di Wittgenstein, che come voi sapete recita su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
Ma non vorrei parlare per un’altra ragione, per la mia deviazione di studioso di cose giuridiche. La sentenza anche se certamente sarà una sentenza importantissima ed è incisiva e lo capiamo già dal comunicato stampa la sentenza non è ancora pubblicata, non abbiamo le motivazioni e certamente con le motivazioni che andranno seguite con grandissima attenzione e senza supponenza sapremo cosa si deve fare.
Ma ciò premesso, allora parlerei degli altri importanti elementi istituzionali del mondo dell’autonomia, perchè certamente non ci sono solo le regioni. Ci sono i comuni, le province, le città metropolitane, Roma capitale. Ebbene, bisogna arrivare, e mi sembra che da ultimo sia stato detto anche molto autorevolmente dal presidente Mattarella al convegno dell’Anci di Torino, dal neoeletto presidente dell’Anci, Manfredi, occorre avere una legge complessiva che si occupi di comuni, province, città metropolitane, Roma capitale, non si tratta di monadi a sé stanti, non basta una legge che riguardi questo o quel livello istituzionale. Sotto questo profilo il Ministro Piantedosi ha insediato lo scorso anno una commissione di elaborazione di un nuovo testo, un disegno di legge delega che potesse portare all’aggiornamento del testo unico sugli enti locali.
Fra l’altro voi sapete che il testo unico degli enti locali vigente è composto da 274 articoli ed è stato interessato 1.285 volte o da modifiche o da interventi della Corte Costituzionale. Quindi è chiaro che il testo ha bisogno di una sistemazione complessiva anche per venire incontro a ciò che il presidente Mattarella con grande chiarezza ha detto in quel convegno dell’Anci che ho citato. La rete degli enti locali è un formidabile tessuto di connessione su cui realizzare l’ordito di uno sviluppo equo e sostenibile.
Gli enti locali rappresentano uno snodo di programmazione e di rilancio dell’intero sistema Italia. Questo testo che è stato elaborato presso il Ministero dell’Interno ovviamente con l’ampia consultazione di ANCI, UPI, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, ha un polo di riferimento centrale. La presente legge è volta a garantire la coesione sociale, territoriale e ordinamentale nell’unità e indivisibilità della Repubblica.
Quindi è evidente che serve una legge che possa supportare tutti gli enti locali indistintamente nelle loro potenzialità di sviluppo e di interpretazione dei bisogni della Comunità. Ci si riuscirà? Non ci si riuscirà? E’ evidente che però l’anelito dovrebbe essere perseguito attraverso una legge organica unitaria, coerente e complessiva. Detto questo, veniamo un attimo alla sanità.
Ovviamente tutti siamo convinti che la sanità rappresenti un servizio pubblico. L’allocuzione ovviamente si riferisce ai destinatari delle prestazioni, cioè ai cittadini. Servizio pubblico inteso come servizio al pubblico.
Il servizio al pubblico può essere gestito o da strutture pubbliche o da strutture private, che devono essere tra loro coordinate. Non sarebbe possibile andare avanti in maniera separata. Del resto lo dice già una norma che è presente da tempo e cioè l’articolo 8 bis comma secondo del decreto legislativo 502 del ’92, più volte modificato nel tempo: i cittadini esercitano la libera scelta del luogo di cura e dei professionisti nell’ambito dei soggetti accreditati con cui siano stati definiti appositi accordi contrattuali.
Il servizio pubblico della sanità è un servizio ai destinatari e ci deve essere un coordinamento che implica anche una regolazione pubblica, perché non può mancare la regolazione pubblica, tra i soggetti pubblici e i soggetti privati che possono fornire queste prestazioni.
L’articolo 32 della Costituzione ricorda che la salute è un fondamentale diritto dell’individuo ed è interesse della collettività. Quindi è evidente che la questione va esaminata su un piano complessivo e coordinato”.








