Giulia Lea Giorgi, giornalista Mediaset, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.
Come giornalista ha moderato il panel “L’industria del turismo“.
Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.
Oggi si è parlato del turismo come industria, quindi dell’importanza per l’Italia di avere una struttura ricettiva sempre all’altezza.
Assolutamente sì, è importantissimo perché il turismo deve essere il nostro core business, come dicono gli addetti ai lavori, perché siamo immersi nella bellezza, sembra banale dirlo, ma questa mattina venendo qui, camminando, vedevo la prospettiva dei portici e pensavo che se ci fosse una guida turistica mi terrebbe qui due ore e non arriverei più per spiegarmi tutto quello che è successo. E questo succede non solo nelle grandi città come può essere Bologna, Roma o Milano, ma succede anche nei borghi, succede persino nelle frazioni dell’Italia, soltanto che noi neanche ce ne rendiamo conto.
Ed è stato importante, secondo me, questa mattina sottolineare il fatto che noi dobbiamo anche un po’ decentralizzare il turismo, cioè spostarlo dalle grandi città, dalle mete che tutti conosciamo, come può essere Roma, Milano, Venezia, eccetera, ma far scoprire ai turisti, sia italiani che stranieri, che ogni luogo dell’Italia è meraviglioso e ci può far conoscere qualcosa di indimenticabile.
E la cosa importante, quello che avviene qua agli Stati Generali della Ripartenza è il dialogo, anche su posizioni ideologiche differenti, ma comunque parlarsi perché l’obiettivo comune è far crescere l’Italia.
Assolutamente sì, è molto importante parlare perché molto spesso quello che succede è che noi siamo immersi nelle nostre vite, facciamo cose e a un certo punto ci dimentichiamo anche del perché stiamo facendo quelle cose, quindi è importante incontrarsi, dialogare, ridefinire gli obiettivi e, perché no, cambiare anche idea, perché ascoltando le prospettive degli altri avviene questo ed è fondamentale perché questo tiene vivo il dibattito.
E poi, come ho detto anche dal palco, cerchiamo di coinvolgere le nuove generazioni, perché sono generazioni che non hanno la speranza, perché gli diciamo sempre che siamo brutti e cattivi, che il mondo, che la guerra e questo e quest’altro, invece no, non è così, abbiamo fatto tante cose belle, le facciamo e il nostro Paese le fa e quindi dobbiamo metterle in risalto.








