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Gas a picco, ora bisogna adeguare anche le bollette | Lo scenario

Gas in picchiata dall’inizio dell’anno, con il prezzo in calo del 32% che fa ben sperare su un prossimo taglio delle bollette.

E guardando la quotazione attuale del metano alla Borsa di Amsterdam (di riferimento per l’Europa) il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), Gilberto Pichetto Fratin, vede avvicinarsi una riduzione del costo del gas dopo quella dell’elettricità.

Resta teso intanto il clima sul fronte della benzina, con i gestori divisi nel giudizio dopo il tavolo tecnico al ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), ma in sostanza uniti nel confermare o “congelare” lo sciopero.

Giovedì mattina, in un nuovo round negoziale al dicastero guidato da Adolfo Urso che potrebbe portare alcune ipotesi per alleggerire gli adempimenti (come un Qr Code o una app con i prezzi dei vari benzinai), le tre sigle di categoria: la Fegica e la Fegisc-Anisa che bocciano ancora le misure del governo, e la Faib soddisfatta dell’esito della riunione odierna.

Decideranno in via definitiva se chiudere le pompe il 25 e 26 gennaio oppure se revocare la protesta. Lo faranno sapere in una conferenza stampa fissata subito dopo.

Urso, che rientrato da un’audizione al Senato ha partecipato brevemente al tavolo presieduto dal capo di gabinetto e dal segretario generale, si è mostrato ottimista: “C’è sempre margine per migliorare, non conosco decreti che non siano stati migliorati in Parlamento”.

Il governo, ha aggiunto, “è sempre pronto, se le richieste fossero in linea con gli obiettivi di aumentare la trasparenza, l’efficacia dei controlli e quindi l’argine a ogni speculazione. Poi c’è anche il Parlamento che può intervenire”.

Bisognerà dunque aspettare giovedì prossimo per sapere se i distributori di carburante saranno chiusi il 25 e 26 gennaio.

Lo sblocco della vertenza contro il decreto legge sulla Trasparenza dei prezzi di verde e gasolio potrebbe arrivare dalla proposta fatta dal presidente nazionale della Figisc Bruno Bearzi e condivisa dalle altre due sigle di un Qr code esposto al posto dei cartelloni con il prezzo medio regionale.

Una soluzione che può consentire maggiore chiarezza e correttezza ed evitare le sanzioni, ha spiegato Bearzi. Praticamente, rimanderebbe al sito dell’Osservaprezzi del Mimit, con i costi praticati nella zona individuata senza imporre “oneri quotidiani eccessivi ai gestori”, ha osservato Giuseppe Sperduto, presidente di Faib Confesercenti dicendo che il “tavolo è stato esaustivo” e che lo sciopero “è congelato”.

Il governo, riferiscono, sembra disponibile ad accogliere questa proposta che potrebbe entrare nel decreto ministeriale e poi essere oggetto di un emendamento in sede di conversione parlamentare del decreto legge.

Altra ipotesi sul tappeto è quella del varo di una app con i prezzi delle varie stazioni di servizio, che consentirebbe una scelta facile agli automobilisti e anche una raccolta di dati per fare monitoraggi e controlli.

Contrari allo sciopero i consumatori che invitano i gestori a non danneggiare i cittadini ma a collaborare per combattere le speculazioni.

Tornando al gas anche quella di oggi è stata una giornata di forti sbalzi con il prezzo sprofondato in mattinata a 51,4 euro al megawattora (-6,4%, ai minimi dalla fine di 2021) e gli operatori fiduciosi sulla possibilità di affrontare l’inverno senza particolari problemi.

Oltre alle temperature meno rigide della media stagionale si guarda all’aumento dei flussi di Gnl (gas naturale liquefatto) verso l’Europa. In chiusura, la quotazione è risalita a 60 euro.

Gli stoccaggi del gas in Italia sono scesi dell’1,7% a 150,02 TWh negli ultimi 7 giorni, con i depositi al 79,02% della loro capacità. Poco sotto la media nell’Ue che supera l’81% e un po’ di più rispetto al Germania che ha riserve al 90%.

Secondo Pichetto, serviranno “il raddoppio del gasdotto Tap, sul quale stiamo lavorando, e semplificazioni sulle nuove fonti di energia e sulle nuove forme di riscaldamento”.

Sulla sicurezza energetica “non possiamo tardare un minuto – ha aggiunto – Questo significa rigassificatori, produzione nazionale, semplificazioni, nuove forme di produzione di energia” spiegando che “la sfida è la generazione diffusa”, ma serve anche “avere una pluralità di fornitori”.

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