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Franco Massi, Segretario Generale della Corte dei conti: “La difesa non ha prezzo, ma occorre una sostenibilità economica per competere con l’innovazione tecnologica della guerra”

Franco Massi, Segretario Generale della Corte dei conti, già Vicesegretario Generale della Difesa, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto in due distinti panel, il primo “Verso una pubblica amministrazione efficiente ed efficace“, moderato dal giornalista Gianni Trovati, e il secondo dal titolo “Gli scenari geopolitici e le crisi internazionali in atto”, che ha moderato lui stesso.

Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.

Stati Generali della ripartenza, una tre giorni di intensa di dialoghi, di confronto tra società civili, autorità militari, istituzioni e imprese. Quanto è importante il dialogo per il bene dell’Italia?

Assolutamente determinante, questa esperienza risale già a qualche anno ormai, quindi sono edizioni che si sono succedute dal 2020 ad oggi, migliorando anche la consistenza degli interventi e soprattutto la rilevanza degli interventi sul tessuto socio-economico e culturale del Paese.

Credo che sia un viatico per una stabilizzazione di questa occasione di incontro annuale, per fare un po’ il punto su come il Paese si evolve e su quali possono essere le migliori soluzioni per affrontare le sfide che ci attendono sul piano interno ma soprattutto internazionale.

È un momento di confronto forte dove si ha il coraggio di dire tutto senza paura, oggi si è parlato di guerra e senza bandiere ideologiche, questo è anche molto importante?

Assolutamente sì, credo sia un presupposto di base degli Stati Generali della ripartenza, come dicevamo oggi ormai siamo anche ripartiti da parecchio e quindi dovremo coniare ora un nuovo nome per le Stati Generali dei ripartiti o comunque di coloro che vogliono correre. Al di là delle battute sicuramente il vantaggio di queste occasioni è quello di un confronto del libero pensiero soltanto nell’interesse delle istituzioni e del nostro Paese, dobbiamo cercare di trovare insieme, al di là dei pregiudizi ideologici o quant’altro, le migliori soluzioni.

Parliamo della guerra perché obiettivamente la situazione geopolitica è complicata, ognuno ascolta i telegiornali ogni giorno e si rende conto che la situazione sta lentamente degradando su un piano inclinato, magari un’inclinazione limitata ma l’inclinazione c’è e allora per evitare che la pallina continui a scivolare su questo piano inclinato occorre tutti quanti mettersi insieme, struttando come diceva anche il Presidente Casini la nostra convinta eradicata fede europea cercare di mettere insieme le risorse non soltanto strumentali e finanziarie ma anche culturali per fare in modo che i valori democratici ci hanno sempre contraddistinto vengano tutelati difesi e perpetrati al di là di un appoggio meno come il passato da parte d’oltreoceano.

C’è una cosa che corre velocissima che è l’innovazione tecnologica anche della guerra abbiamo visto in Ucrania abbiamo parlato oggi il tema dei droni sta andando molto veloce. Assolutamente sì c’è una sfida tecnologica con cui il tessuto industriale del paese deve necessariamente confrontarsi ancor di più c’è un problema di sostenibilità economica a lungo termine quello dicevamo oggi è vero che gli interessi a difendere sono senza prezzo senza valore è altrettanto vero che non si può pensare di contrastare droni che costano magari poche migliaia di euro con degli strumenti difensivi che costano milioni di euro quindi occorre comunque trovare soluzioni tecnologiche che diano non soltanto l’efficacia sul sistema difensivo italiano ma anche una valorizzazione economica e ne consenta la sostenibilità a lungo termine.

Ecco il collegamento per rivedere l’intero panel in cui è stato coinvolto

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