Franco Fedeli, Direttore Commerciale Logibiotech, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.
Il suo intervento si è tenuto nel panel “La crescita e la produttività delle imprese italiane: i fattori su cui puntare“, moderato dal giornalista Lirio Abbate.
Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.
Oggi si è parlato di produzione industriale, l’Italia è da un punto di vista un’eccellenza ma comunque la crisi c’è?
La crisi c’è, la si vive in tutti i settori quindi non viviamo in una campana di vetro per cui noi produciamo robotica avanzata e sistemi integrati nel settore sanità. Il settore sanità è un settore in profonda crisi quindi esprime una difficoltà anche nell’accogliere tecnologie sempre a più alto impatto ma anche a più alti costi.
Però questo non ci scoraggia, non ci può scoraggiare perché nella nostra esperienza noi rappresentiamo una società molto giovane che è partita, si è fondata nel 2019 e poi causa Covid, è partita poi nel 2023 direttamente sul mercato.
Però non ci scoraggia perché ci sono eccellenze in Italia, veramente l’Italia esprime delle eccellenze sia a livello accademico scientifico che come talento manufatturiero che ci hanno dato coraggio perlomeno a noi nell’intraprendere questa impresa con ambizioni non soltanto di mercati domestici ma soprattutto di esportare la nostra tecnologia a livello mondiale. Consci e consapevoli che la Cina arriva ormai anche nella sanità, arriva con una eccellenza manufatturiera che non è più lo stereotipo della Cina di 20 anni fa o 15 anni fa.
Il Gap lo fa il grado di innovazione che riesce a portare, la qualità che non è più un’opzione ma soprattutto l’innovazione dei processi.
In un settore in cui c’è una shortage di professionisti, si legge in tutti i giornali, si ascoltano i telegiornali, mancano i medici di medicina d’emergenza, mancano i patologi, però la popolazione oncologica cresce quindi l’industria deve far fronte con l’innovazione di processo, liberare da lavori meno nobili ed attività rutinarie i professionisti che devono mettere a frutto le competenze per il loro mestiere.
Questa è una cosa che società come la mia riescono a proporre in questo momento e che riescono ad avere quel Gap competitivo verso mercati anche internazionali altamente popolati da cinesi, da sudcoreani. La chiave di volta è la capacità di mantenere un Gap tecnologico e di processo significativo.
Di fronte a questo la spesa diventa sostenibile perché il razionale poi penso che non ci sia niente nel nostro settore più importante della salute. Quindi i soldi che ci sono devono essere dirottati con priorità diverse a favore di quello che poi dovrebbe essere il bene ultimo di tutti noi a livello mondiale che è la salute, la protezione e la prevenzione di ciascun essere umano.
Quindi non è facile, non è un percorso facile, hai bisogno sempre di imprenditori con grande coraggio, veramente grande coraggio e con grande visione.
Se hai la fortuna di trovare questo e hai la fortuna di trovare i giusti talenti che ci sono, che noi esprimiamo e noi ci mettiamo anche la capacità di fare network sia con l’università che con le altre aziende del made in Italy probabilmente la Cina spaventa meno nel nostro settore.
E occasioni come questa degli Stati Generali della ripartenza è proprio il luogo del dialogo?
Questo è un palcoscenico con la P in maiuscola, questa è un’occasione fantastica perché tutti gli stakeholder sono qua, la politica è qua, i manager, gli imprenditori sono qua, tutti quelli che possono far accadere le cose in occasioni come queste sono presenti.
E quindi è una grandissima opportunità soprattutto per una società piccola come la mia, è un onore per me aver partecipato e rappresentato un’azienda in grandissima crescita ma che a paragone dei brand che sono qua rappresentati chiaramente vede in questi una fonte di ispirazione.
Speriamo fra qualche anno di poter partecipare a questi eventi con un successo ancora più rimarchevole e un’internazionalizzazione ancora più espressa.








