Investimenti per l’industria, rendere il Paese “attrattivo” per tenere in Italia le imprese giovani, misure “poderose” sul fronte del super e iper ammortamento e un piano industriale di “visione triennale”.
Sono alcune delle richieste che Confindustria avanzerà al tavolo con il governo lunedì – in vista della manovra di bilancio che sarà varata il giorno dopo – rilanciate con forza oggi dal leader degli industriali Emanuele Orsini, di fronte alla platea dei Giovani Imprenditori riuniti a Capri.
Un confronto, quello tra industriali ed esecutivo, ancor più atteso, visti i tempi stretti, e dopo il mancato intervento – per impegni imprevisti – del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che avrebbe dovuto parlare in videocollegamento al quarantesimo convegno dei Giovani Imprenditori.
“Mi auguro che il fatto che oggi Giorgetti non ci sia è perché stia lavorando a costruire una misura solida e che abbia una visione a lungo termine”, ha detto Orsini.
“Se fosse qui al ministro direi: ‘Sediamoci e pensiamo al futuro del nostro Paese’”, ha aggiunto.
“Io credo che voglia bene al nostro Paese e credo che la tenuta dei conti pubblici sia importante”, ha sottolineato.
“Però non c’è solo il rigore dei conti, c’è anche il ‘debito buono’, come quello della Zes, che ha comunque generato posti di lavoro. Quello vuol dire far crescere il Paese, ma soprattutto anche un’area come quella del Mezzogiorno, perché se è più forte tutta l’Italia è più forte”, ha chiosato.
Quanto alla manovra, ha osservato il leader degli industriali, “è ovvio che ci sono 16 miliardi, quindi la coperta è corta, però bisogna valorizzare ciò che genera reddito e capacità di distribuzione, che viene dalle imprese”.
“La ricchezza del Paese non la fai con l’Irpef e le pensioni ma generando lavoro e rendendo il Paese competitivo, quindi mi auguro che siano al centro gli investimenti per l’industria”, ha tuonato ancora Orsini.
“Abbiamo bisogno di far sì che le nostre imprese possano fare investimenti. Per le medio e piccole servono automatismi, il super e iper ammortamento ci piace, ma deve essere una misura poderosa, perché se facciamo le cose un po’ come abbiamo fatto l’anno scorso…”, ha proseguito il numero uno di Confindustria, sottolineando che “è obbligatorio avere una visione triennale”.
E poi, secondo il leader degli industriali, bisogna “dare forza al merito dei giovani”, alla proposta del Youth Deal, un pacchetto di misure per abbattere il carico fiscale, burocratico e amministrativo sui giovani under 35, lanciata qui a Capri dalla leader dei Giovani di Confindustria Maria Anghileri.
“Si ascolti il grido dei giovani industriali. Il nostro obiettivo è mantenere qui le imprese giovani, un tema da trattare nella legge di bilancio nei prossimi giorni, rendere attrattivo il nostro Paese perché l’industria italiana ha bisogno di rinnovare il sangue”, ha evidenziato.
Il presidente di Confindustria è tornato anche sul tema del costo dell’energia.
“Siamo riusciti a costruire un documento e l’abbiamo presentato alla presidente del Consiglio e su questo ci aspettiamo, abbastanza velocemente, una risposta, perché andiamo verso l’inverno e il prezzo del gas si alzerà, altrimenti poi dopo ci chiediamo perché le imprese vanno via”, ha spiegato Orsini.
Ha quindi riconosciuto l’importanza di avere un governo stabile.
“Noi non facciamo politica, non è il nostro mestiere, però condividiamo il fatto che servono dei governi stabili. Per noi vuol dire avere una sicurezza per il Paese ma soprattutto per poter costruire una traiettoria e a noi servono le traiettorie”, ha aggiunto.
Quanto al dialogo con i sindacati, che ieri hanno chiesto al governo di detassare gli aumenti contrattuali e un intervento strutturale per aumentare i salari, Orsini ha invitato tutti a fare la propria parte e ha richiamato al senso di responsabilità sullo strumento dello sciopero, che è un “diritto giusto” ma “fa male alle famiglie”.
In Italia, ha spiegato, ci sono “22 milioni di lavoratori, noi ne rappresentiamo 5,6 milioni. Sono quelli che comunque paghiamo meglio di tutti. Possiamo fare meglio, perché possiamo fare meglio. Questo infatti è un tema che anche con i sindacati stiamo affrontando”, ha aggiunto.
Tuttavia, ha proseguito, “non siamo solo noi a dover fare la nostra parte, perché ricordiamo che i nostri contratti sono quelli che pagano la cassa integrazione, a differenza dei contratti pirata che stanno nascendo”.
Quindi, ha concluso, “facciamo tutti i compiti a casa. Tutti fanno la loro parte”.








