Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Ecco la pacifica invasione dei turisti che prosegue e spinge l’economia | L’analisi di Giuseppe Roma

Anche in Italia assistiamo a un’invasione, per fortuna pacifica e remunerativa. È quella dei turisti stranieri che, nonostante le turbolenze internazionali, le tensioni geopolitiche e il rallentamento dell’economia globale, continuano a visitare numerosi il nostro paese.

Si paventava un rallentamento dei flussi nell’anno del Giubileo per la presenza a Roma di milioni di pellegrini, ma le prime valutazioni sembrano contraddire tali previsioni. Secondo il recentissimo rapporto di SRM, il centro studi di Intesa San Paolo, la progressione delle presenze in Italia continuerà anche quest’anno: da 447 milioni di pernottamenti del 2023 siamo passati ai 466 milioni del 2024 (+4,3%) e raggiungeremo a fine 2025 i 480 milioni (+3%).

I dati congiunturali evidenziano come il 61% delle presenze riguardi stranieri, il cui contributo all’economia turistica continua ad aumentare, mentre risultano in leggero calo i flussi domestici, a causa, evidentemente, di una diminuita capacità di spesa per vacanze delle famiglie italiane.

Oltre al vantaggio valutario, i viaggiatori stranieri contribuiscono ad allungare i periodi di vacanza, con una permanenza media superiore a quella dei turisti residenti. Altro impatto positivo è rappresentato dalle rilevanti interconnessioni con altri settori produttivi. La filiera turistica, infatti, per il 53% del valore aggiunto prodotto si riferisce ai servizi di alloggio e ristorazione, ma il resto riguarda i trasporti (quelli aerei ma ora soprattutto quelli ferroviari), le agenzie di viaggio, la cultura e intrattenimento, il commercio di beni collegati e diverse altre tipologie industriali.

L’Italia, grazie alla sua attrattiva, sta beneficiando di una ripresa mondiale dei viaggi per vacanza. Una positiva congiuntura che dovrebbe essere occasione per far crescere il settore soprattutto dal lato dell’offerta, irrobustendo il sistema, magari con una grande catena alberghiera nazionale, migliorando i collegamenti con città d’arte ancora poco frequentate o valorizzando l’enorme patrimonio culturale inutilizzato dando più spazio alle imprese.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.