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Ecco il Trump II e la nuova mappa dei poteri | L’analisi di Massimo Gaggi

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Elon Musk, il personaggio non eletto più potente di tutta la storia americana, scrive sul Corriere della Sera Massimo Gaggi, rimarrà una figura rilevante nella nuova era Trump.

Ma per ora il leader conservatore tiene tutti in pugno.

Trump tiene tutto insieme col collante Maga e ha detto chiaramente fin dalla campagna elettorale che stavolta non tollererà rifiuti di obbedire ai suoi ordini perché illegali: non vuole più sentirsi dire da un generale o da un ministro che non può usare l’esercito contro gli immigrati o contro i manifestanti perché la Costituzione lo vieta.

Per la composizione della squadra di governo Trump ha scelto per gli Esteri e il Tesoro personaggi competenti e che godono di un certo prestigio (il senatore Marco Rubio e il finanziere Bessent, apprezzato dai mercati finanziari).

Per il resto si è affidato ai due criteri da tempo annunciati: disruption e retribution.

Distruzione di politiche come quelle per l’ambiente o di protocolli sanitari obbligatori per le pandemie: nella logica trumpiana vezzi ideologici dei progressisti che limitano le libertà e frenano l’economia.

La retribution, invece, è l’annunciata vendetta contro quello che lui chiama il deep state: i poteri occulti del sistema giudiziario, dell’apparato militare e dei servizi segreti che avrebbero tramato contro di lui (o che si sono limitati a non eseguire ordini illegali).

Le criticità per la sicurezza nazionale e per il futuro della democrazia americana sono concentrate qui.

E Trump ha destinato i personaggi più squalificati e inquietanti proprio ai tre dicasteri chiave ai fini della sicurezza del Paese e della sua tenuta democratica: la Giustizia, per la quale aveva scelto lo scandaloso Matt Gaetz.

Poi la Difesa affidata al giornalista della Fox Pete Hegseth, Infine la supervisione dei servizi segreti affidata all’ex deputata democratica Tulsi Gabbard.

Il Senato, al quale spetta la ratifica delle nomine presidenziali, ha respinto l’impresentabile Gaetz che ha ritirato la sua candidatura.

Ora molti sperano che i senatori repubblicani tengano duro anche su Hegseth e Gabbard.

Ma anche un altro stop del Senato potrebbe non cambiare molto: saltato Gaetz, Trump l’ha sostituito con l’ex procuratrice della Florida Pam Bondi.

Più competente e stimata, avrà la ratifica del Senato, ma è anche lei pronta a seguire il leader ovunque.

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