Sono andata a Torino a conoscere “le nuove tute blu” con il maggiordomo per tutti i dipendenti.
Sono ingegneri dei dati (e non solo).
Al Parco Tecnologico Environment Park, con il suo presidente Giacomo Portas e Alberto Scavino, ceo di Irion.
Con loro ho conversato coi due soci in quel Piemonte che ci fa pensare alle tute blu ma soprattutto ad Adriano Olivetti, Ferrero, Del Vecchio.
Per una festa dell’azienda che ci ha emozionato.
I numeri: 20 anni, 200 dipendenti, 2000 metri quadri.
Gli aneddoti: «Mauro risolve problemi», il quiz aziendale in aula magna, dove ho imparato che hanno raggiunto i primi cento dipendenti il 31 dicembre 2018.
Quindi è un’azienda che ne ha assunti in questi sei anni altri 100.
Sono ingegneri, matematici, filosofi, comunicatori, sono amici, una famiglia, un gruppo specializzato in Data Management, ha celebrato i suoi 20 anni di attività presentando una ricerca sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Milano sul tema della qualità dei dati e del loro impatto sull’adozione dell’Intelligenza Artificiale.
La ricerca, presentata presso l’Environment Park di Torino, ha evidenziato un dato preoccupante: tre aziende su quattro non sono pronte a sfruttare appieno le potenzialità dell’IA a causa della scarsa qualità dei dati.
In un contesto in cui meno della metà delle imprese italiane ha implementato programmi di Data Management, emerge una lentezza che rischia di compromettere la competitività del nostro Paese nel panorama internazionale.
La qualità dei dati non è un dettaglio tecnico, ma un requisito fondamentale per addestrare correttamente gli algoritmi e ottenere risultati affidabili e di valore.
Senza una gestione efficace dei dati, le aziende rischiano di rimanere indietro, incapaci di sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia.
Giacomo Portas, Presidente di Environment Park, ha sottolineato come il successo di Irion sia un esempio di eccellenza torinese.
Da un piccolo ufficio a quasi 2000 metri quadrati, Irion ha saputo crescere e innovare, mantenendo un focus costante sulla qualità dei dati e sul benessere dei dipendenti.
Alberto Scavino, CEO di Irion, ha ribadito che il segreto del successo risiede non solo nella tecnologia avanzata della piattaforma Irion EDM, ma anche nell’approccio umanistico all’azienda, ispirato al modello di Adriano Olivetti.
Con un team di 200 persone, Irion dimostra che investire nelle persone è fondamentale per l’innovazione e la competitività.
La ricerca ha anche messo in luce le barriere principali all’adozione dell’IA: l’integrazione dei dati, la pulizia e preparazione dei dati, e la scarsa qualità dei dati.
Queste sfide richiedono soluzioni tecnologiche avanzate e competenze specializzate.
Per superarle, le aziende devono essere disposte a investire in Data Management, sia in termini di tecnologia che di formazione del personale.
Negli ultimi tre anni, circa 2 aziende su 10 hanno incrementato il numero di figure dedicate alla gestione dei dati, un numero che sale a 4 su 10 tra le aziende “AI-ready”.
Questo dimostra una maggiore consapevolezza dell’importanza della qualità dei dati, anche se c’è ancora molta strada da fare.
Il percorso di internazionalizzazione di Irion, con clienti in Spagna, Irlanda e USA, mostra come l’esportazione del know-how italiano possa avere successo a livello globale.
Irion punta a consolidare la sua presenza in Italia e a espandersi ulteriormente all’estero attraverso collaborazioni con partner locali.
Questo non solo rafforza la posizione dell’azienda ma dimostra anche che il modello italiano di gestione dei dati può competere efficacemente nei mercati internazionali.
Il successo di Irion non è solo tecnologico ma anche culturale.
La capacità di coniugare tradizione e innovazione, di essere aperti e accoglienti nei confronti dei più deboli, di non temere la concorrenza e di valorizzare la produttività e la ricerca sono aspetti fondamentali.
In un mondo in cui la qualità dei dati è sempre più cruciale, Irion rappresenta un faro di eccellenza, dimostrando che l’Italia può essere leader nel Data Management e nell’adozione dell’IA.
La lezione di Irion è chiara: la qualità dei dati è la chiave per il futuro, un futuro in cui le aziende italiane possono e devono giocare un ruolo di primo piano.
Poi c’è il confort: un maggiordomo aziendale, dicevamo, per supportare il benessere dei propri dipendenti.
Questo servizio, che gestisce mansioni private come andare in tintoria, fare la spesa e altre commissioni quotidiane, permette ai dipendenti di concentrarsi meglio sul lavoro, riducendo lo stress e migliorando l’equilibrio tra vita privata e professionale.
I responsabili di Irion sottolineano che il maggiordomo aziendale è stato introdotto per rispondere alle esigenze dei dipendenti, dimostrando che un dipendente felice e sereno è anche più produttivo e creativo.
Questo modello di supporto personalizzato si integra perfettamente con l’approccio che vede il benessere dei dipendenti come una componente essenziale per il successo aziendale.
I risultati sono chiari: i dipendenti sono più felici, meno stressati e il clima aziendale è migliorato significativamente.
In conclusione, l’innovazione nei servizi ai dipendenti rappresenta un esempio di come le aziende italiane possano coniugare tecnologia, benessere e cultura aziendale per creare ambienti di lavoro più sostenibili e produttivi.
La qualità dei dati e il supporto ai dipendenti sono elementi chiave per costruire il futuro del lavoro in Italia, dimostrando che investire nelle persone e nella gestione efficace delle risorse è la strada giusta per restare umani.