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Dino De Santis (presidente Confartigianato Torino): «40% delle imprese artigiane aspetta ancora contributi del decreto Ristori bis. Per essere efficaci ci vuole tempestività»

Il 40% delle imprese artigiane aspetta ancora i contributi stanziati dal decreto Ristori bis. La denuncia viene dal presidente di Confartigianato Torino, Dino De Santis, che constata il ritardo dei pagamenti alle imprese artigiane, promesse entro metà novembre alle aziende escluse dal primo Decreto.

«Si tratta di imprese che lavorano nella ristorazione con preparazione di cibi d’asporto: rosticcerie, pizzerie al taglio ma anche radiotaxi. Il rallentamento dell’erogazione del fondo è dovuto all’avviamento di nuove pratiche burocratiche, in quanto i loro codici Ateco non erano stati inseriti tra beneficiari del primo Decreto. A tutto questo si aggiunge il fatto che alcune imprese artigiane devono ancora ricevere gli aiuti per il lockdown di primavera, e che l’erogazione della cassa integrazione per gli artigiani è ferma al mese di giugno».

De Santis, pone l’attenzione sui tempi che continuano a essere troppo lunghi sui ristori. «Affinchè i ristori siano efficaci, occorre che siano tempestivi oltre che adeguati e che vengano erogati a una platea più larga di imprese colpite direttamente o indirettamente (coinvolgendo tutto quello che a cascata è filiera di subfornitura) dalla crisi».

L’allarme di Confartigianato si estende sulle preoccupazioni delle chiusure, che limitano molto la sopravvivenza di molte aziende. Il 45% dei ricavi delle imprese artigiane, che operano nel settore artistico, moda e food, è infatti legato alle festività natalizie. «Se non si potrà utilizzare la finestra natalizia per vendere i prodotti artigianali legati al food come i panettoni, cioccolato, formaggi, vini agli oggetti artigianali artistici e legati alla moda, oltre il 40% chiuderà definitivamente entro la fine dell’anno».

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