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Dal 4 giugno le “white list” sono più “verdi” per i settori di bonifiche, rifiuti e risanamento territoriale

Lo scorso 4 giugno al Senato è stato approvato nell’ambito del “Decreto Liquidità” l’emendamento presentato dal Gruppo 5S nelle settimane precedenti presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, d’iniziativa dell’On. Salvatore Micillo, e poi confermato anche al Senato con il parere della Commissione Antimafia e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti (Ecomafia), che riguarda il sistema delle “white list” cosiddette “ambientali” relative al settore delle bonifiche, dei rifiuti, della rigenerazione e del risanamento dei territori.  E’ un dispositivo di legge che, a parere di chi scrive, migliora e innalza il livello di prevenzione della legalità in settori importanti per la vita economica del Paese e che colma una lacuna normativa in aree dove le infiltrazioni criminali e il consolidamento in quelle aree definite “grigie” inquinano la vita economica e sociale del nostro Paese. 

L’emendamento, come detto, rimarca e migliora l’impegno dell’Italia nella prevenzione delle infiltrazioni criminali negli appalti e nei lavori delle bonifiche, nonché nel settore contiguo dei movimenti terra, eliminando quegli spazi che potevano essere “di facile accesso” o addirittura “terra di conquista” per le aziende disoneste, garantendo i giusti e liberi spazi all’imprenditoria che predilige e sceglie quale bene nazionale il valore etico della legalità. 

Dal 4 giugno 2020 tutte le società che si occupano di “servizi ambientali” per partecipare ai pubblici appalti dovranno obbligatoriamente essere inserite nelle “white list”, già previste nell’ordinamento nazionale dalla Legge anticorruzione quale baluardo di prevenzione e ora quale significativo  e innovativo strumento di aggiornamento normativo introdotto nel panorama del contrasto alle ecomafie. 

Fino ad oggi infatti, nella tipologia di attività considerate “come maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa” indicate all’art. 1, comma 53 della Legge 190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica amministrazione” erano annoverate le attività della gestione degli impianti e delle discariche nonché quelle che si occupano di bonifiche, se non, per quanto riguarda il solo settore rifiuti e soltanto per le società di trasporto e di smaltimento di rifiuti per conto di terzi.

Con l’approvazione definitiva dell’emendamento sarà invece obbligatoria l’iscrizione nelle “white list” che ora possiamo definire anche “verdi” per la partecipazione alle gare pubbliche, indipendentemente dalle soglie di valore dell’appalto stabilite dal Codice Antimafia, per tutte le società le cui attività sono identificate dai codici “Ateco 38 e 39”, ovvero, rispettivamente, le “Attivita’ di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti” e di “Recupero dei materiali e l’attivita’ di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti” di cui alla procedura prevista al titolo V del D. Lgs. 152/2006 (Bonifica di siti contaminati).

In qualità  di Commissario alle bonifiche nel corso di questi 39 mesi di impegno sulle discariche abusive ci si è resi conto come sia necessario vigilare sulla legittimità in un settore, come quello delle bonifiche e dei rifiuti, particolarmente “interessante” per la criminalità organizzata. Per questo abbiamo previsto già all’inizio della missione quattro strumenti di prevenzione che riteniamo essenziali e che alla luce dell’esperienza maturata abbiamo collaudato come validi e indispensabili strumenti per  qualunque tipo di lavoro e in qualunque parte del territorio nazionale in questo settore: 

1) avvalimento di diverse Stazioni appaltanti: nel luglio e agosto del 2017 proprio all’inizio della missione abbiamo deciso di pubblicare un Avviso pubblico per la selezione delle Stazioni appaltanti che assicurano e svolgono gli iter amministrativi dei lavori di bonifica per conto della Struttura commissariale, non avvalendosi di un’unica Stazione Appaltante per l’insieme dei fondi assegnati in  Contabilità speciale di cui il Commissario dispone, proprio per instaurare una leale e fruttuosa concorrenza anche fra Stazioni appaltanti e potere forse “spuntare” per l’immediato qualche risparmio di spesa e nel futuro per missioni analoghe potere selezionare la migliore o le migliori Stazioni appaltanti;

2) il 21 marzo del 2018 abbiamo siglato con il Ministero dell’Interno dopo un lungo e metodico lavoro di stesura il Protocollo di Legalità che prevede due sistemi di barriera, l’uno quello proprio delle “white list“, oggi “verdi” potenziato per il settore ambientale che valutasse all’atto del l’aggiudicazione la bontà di aderenza ai principi e alle norme di legalità a quelle anticorruttive (verifica di esistenza di reati di corruzione, concussione e truffa e altri) le compagini societarie, le persone fisiche e i legami con altre società; l’altro strumento di barriera è quello post-aggiudicazione per controllare le possibili infiltrazioni della criminalità fra le maglie delle assegnazioni ai sub-contraenti e ai sub-fornitori per forniture e servizi a partire dalla soglia minima di € 9.000; per automatizzare e velocizzare questo secondo processo è stata creata ad hoc una “Banca dati della Legalità”. Per questo è riconosciuta una quota di costi  ad hoc  alla ditta vincitrice dell’appalto per gli adempimenti di inserimento dei dati delle maestranze e dei mezzi utilizzati giornalmente in cantiere e che sono sottoposti a successivo controllo. Quindi si tratta di un secondo livello di vigilanza preventiva operata a valle delle “white list verdi“; 

3) il terzo strumento di prevenzione è stato messo a punto grazie all’apporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo attraverso il Protocollo firmato il 7 novembre del 2018 per l’analisi congiunta di fatti, persone e compagini societarie che riguardano il settore delle bonifiche ambientali. E’ stato creato uno strumento operativo unico, cioè un Gruppo di lavoro congiunto fra analisti della D.N.A. e della Struttura commissariale che analizza, incrocia e definisce connessioni e legami di soggetti fisici e giuridici rintracciati negli appalti delle bonifiche di competenza del Commissario e che in caso di riscontri positivi hanno dato origine a specifico atto d’impulso della D.N.A. nei confronti della Direzione Distrettuale Antimafia competente per territorio che approfondisce operativamente gli elementi individuati; 

4) il quarto e ultimo caposaldo di prevenzione è il Protocollo messo a punto e siglato il 20 settembre del 2017 con la Procura di Benevento e che ha dato ottimi frutti in termini di efficacia del lavoro congiunto, per la collaborazione relativa ai nove siti della provincia da bonificare e che ha dato origine alla comunicazione dei dati che la Struttura del Commissario acquisisce nelle attività istruttorie e indirizza successivamente verso la Procura per arricchire il bagaglio informativo dell’Ufficio giudiziario sulle innumerevoli discariche da bonificare nella provincia e potere comprendere al contrario con maggiore dovizia di dati le emergenze presenti sul territorio. 

Concludendo, questa rinnovata stagione di innovazione e di attenzione ai temi dell’Ambiente si arricchisce di questa norma per la messa in sicurezza degli appalti verdi e si contraddistingue e completa cinque anni dopo la legge sui delitti ambientali (68/2015) i presidi in un settore considerato a volte secondario e quindi meno attenzionato ma che proprio per questo ha “interessato” la criminalità perché  a minor rischio.

E’ segno considerevole del nostro Paese e del Parlamento aver innalzato la barriera preventiva di contrasto nei confronti delle compagini criminali che lucrano sulle risorse ambientali eliminando quelle aree  “di facile accesso” per le aziende disoneste, garantendo altresì lo sviluppo e la tutela della buona imprenditoria nazionale e delle buone pratiche, nonché la salvaguardia del libero mercato dai condizionamenti criminosi locali.

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