La fruizione dei beni culturali è un diritto fondamentale che, troppo spesso, è conteso tra altri, l’esempio principale è rappresentato dagli orari di apertura e chiusure settimanali e serali dei musei.
A Milano, così come in molte altre città italiane, la maggior parte dei musei sceglie il lunedì come giorno di chiusura, creando un ostacolo intuitivo per chi desidera godere del patrimonio culturale all’inizio della settimana o smarcarsi dal traffico del weekend o semmai allungarlo anche grazie alla nuova gestione del mondo del lavoro e lo smart working.
Questo ostacolo diventa ancor più evidente per turisti e cittadini che, a causa di impegni lavorativi o personali, non riescono a visitare i musei negli orari tradizionali o si devono limitare ai principali come a Roma.
È evidente, quindi, la necessità di un approccio innovativo che possa conciliare i diritti dei lavoratori con una maggiore flessibilità oraria, e dipende da quanta importanza si attribuisce a quella «cura».
Durante una mia discussione del genere al Rotary Club Milano Porta Vercellina poche settimane fa, sul tema è emersa una proposta innovativa: «museo di turno» al pari della Farmacia.
Questo approccio garantirebbe che ogni giorno della settimana, compreso il lunedì, almeno un museo sia aperto al pubblico.
In questo modo, i visitatori avrebbero sempre un’opzione disponibile, migliorando significativamente l’accessibilità culturale intesa come cura alla solitudine, e ad altri bisogni sottesi.
Un’associazione impegnata in progetti di rilevanza sociale e culturale, ha così deciso di promuovere questa iniziativa.
La proposta si inserisce perfettamente nella visione del Rotary di migliorare la qualità della vita nelle comunità attraverso azioni rilevanti.
L’obiettivo è quello di istituire una sorta di “medicina dell’anima”, un concetto che risuona particolarmente in un’epoca dove il benessere psicofisico è al centro dell’attenzione.
In questo contesto, i musei diventano non solo luoghi di conservazione e esposizione di opere d’arte, ma veri e propri spazi di rigenerazione culturale e spirituale.
Per realizzare questa visione, sarà fondamentale la collaborazione tra i musei di Milano?
La creazione di un calendario condiviso, che assicuri l’apertura alternata, anche il lunedì, rappresenta il primo passo.
Inoltre, il supporto finanziario di imprenditori e benefattori sarà cruciale per coprire i costi delle ore lavorative eccedenti del personale museale qualora ci dovessero essere, in un’ottica di estensione alle sere.
In questo senso, il precedente dell’Ara Pacis a Roma, dove finanziamenti in collaborazione pubblico privato hanno permesso l’accesso all’area, rappresenta un modello replicabile.
Ovvero: il tema dell’accesso e del finanziamento privato può portare all’estensione degli orari?
Io trovo che la risposta sia «sì», con benefici in termini di occupazione.
Il problema è che finanziamenti una tantum non garantiscono rapporti di lavoro a tempo indeterminato, ma chi ha detto che il gettito di finanziamento dei privati non possa diventare organizzato e una staffetta senza buchi?
Su questo stile abbiamo il modello FAI (Fondo Ambiente Italiano) che è meraviglioso.
Il Rotary milanese si potrebbe impegnare a sensibilizzare l’opinione pubblica e a coordinare le iniziative necessarie, collaborando con i distretti internazionali per condividere l’idea e ottenere un sostegno più ampio.
La rete globale del Rotary, con la sua capacità di mobilitare risorse e competenze, sarà un alleato prezioso in questo progetto.
L’implementazione di un sistema di “museo di turno” apporterà numerosi benefici secondo molti.
Innanzitutto, i visitatori locali e internazionali avranno più opportunità di accesso ai musei, vedendo leso il loro diritto se abitano in zone svantaggiate, riducendo le code e migliorando l’esperienza culturale.
Inoltre, i musei, grazie agli orari più flessibili, attireranno un maggior numero di visitatori, valorizzando ulteriormente il patrimonio culturale milanese.
Promuovere i musei come luoghi di “medicina dell’anima” contribuirà al benessere psicofisico della comunità, integrando cultura e salute in modo innovativo.
La proposta di un “museo di turno”, sostenuta dal Rotary Club di Milano, rappresenta una soluzione innovativa per superare le attuali limitazioni di accesso ai musei?
Possiamo trasformare questa visione in realtà e creare un modello replicabile in altre città, aprendo una nuova era di fruizione culturale inclusiva e sostenibile.